Piccirillo: “Partneriato pubblico privato per ridurre debiti PA e creare sviluppo e servizi”

Duemila palazzi

Francesco Piccirillo, economista, dottore commercialista e revisore contabile, esperto in management pubblico, fa un quadro di come, alla luce di queste esigenze, il Comune possa, anzi debba attivarsi per creare, comunque, sviluppo e servizi per la comunità e “trasformarsi in azienda”.

Due sono i problemi che l’ente pubblico è chiamato oggi a risolvere con urgenza: la riduzione del proprio debito e la creazione di un volano per lo sviluppo economico, senza toccare il patto di stabilità. Problemi la cui soluzione è impellente, senza la quale rischia il fallimento. C’è bisogno dunque di risorse nuove ed alternative senza l’aumento della tassazione locale e senza l’intervento dello Stato. Soldi non ce ne sono più e non c’è speranza che ne entrino nel prossimo futuro. È necessario, dunque, guardarsi intorno per reperire nuove risorse.

“Essere un’azienda per un Comuneesordisce Piccirillosignifica utilizzare tutte le risorse interne di cui dispone, prima fra tutte il suo patrimonio immobiliare, attraverso molteplici forme possibili, capaci di favorire l’accesso a svariate forme di finanziamento e di copertura dei debiti che altrimenti resterebbero precluse alla Pubblica Amministrazione. Se si considera che nel corso degli ultimi dieci anni è diminuito di circa 1/3 in termini percentuali il peso dei trasferimenti sul totale complessivo delle entrate dei comuni, si può agevolmente rilevare quanto sia importante attivare forme innovative di management pubblico di utilizzo del patrimonio immobiliare. Non solo perchè consentono di rendere produttivi cespiti che altrimenti rimarrebbero inoperosi, ma anche per il fatto che possono generare nuove maggiori risorse da destinare alla copertura dei debiti ed agli investimenti”.

Francesco Piccirillo
Francesco Piccirillo

Quali forme innovative possono venire incontro alle esigenze dei Comuni ?
“Certamente strategie di Partneriato Pubblico Privato (PPP) sugli interventi di rigenerazione urbanistica (housing sociale ed edilizia perequativa); programmi integrati di intervento, programmi unitari di rivalutazione territoriale”.

Che tipo di “strumento” è il PPP?
“Il PPP costituisce l’alternativa più logica alla scarsità di risorse pubbliche in quanto è in grado di attivare risorse finanziarie private utilizzando tutte le nuove formule di tipo negoziale, progettuale, giuridico-economiche, assumendo il patrimonio disponibile del territorio come “asset” su cui creare valore sociale ed economico e, nel contempo, generare attrattività territoriale. Gli Enti locali devono guardare con la massima attenzione al PPP in quanto essendo essi obbligati al rispetto dei saldi finanziari, se intendono partecipare o realizzare nuovi progetti, devono per forza di cose applicare le nuove procedure di PPP coinvolgendo tutte le più attuali forme di approvvigionamento finanziario che vanno dal project financing, ai contratti di disponibilità, dal leasing in costruendo ai fondi immobiliari”.

Perchè I PPP sono una risposta alla richiesta di correttezza e trasparenza?
“Il PPP potrà imporre una corretta gestione del contratto pubblico ed una corretta gestione delle convenzioni che derivano dai promotori privati di progetto. Esso nasce quale forma particolare di cooperazione tra il settore pubblico e quello privato. I contratti derivanti hanno per oggetto la progettazione, la costruzione, la gestione ed anche la manutenzione di un’opera pubblica e di pubblica utilità, compresi i servizi di interesse generale (Sieg), con il finanziamento totale o parziale del privato e con allocazione dei rischi ben individuati come per legge”.

palazzo elefanti

Che fine faranno gli appalti pubblici?
“Tutti gli interventi di rigenerazione urbanistica, l’housing sociale, l’edilizia perequativa, i programmi integrati di intervento, i programmi unitari di rivalutazione territoriale, non possono più essere soddisfatti con il tradizionale incontro della PA come stazione appaltante e l’impresa privata esecutrice dei lavori pubblici. Con l’entrata in vigore del regolamento di attuazione del nuovo codice degli appalti (DPR 207 del 2010), le procedure realizzative che interessano la PA per l’affidamento dei lavori, servizi e forniture, vengono totalmente revisionate e armonizzate. Sono cambiati radicalmente i modelli organizzativi e amministrativi per le PA e l’iter con il soggetto privato. Il nuovo impianto giuridico (di provenienza anche comunitaria) rende superata la legislazione su opere pubbliche e lavori degli ultimi dodici anni. Il modello da giuridico specialistico diventa gestionale, procedurale e documentale con nuovi attori, nuove responsabilità e compiti diversi”.

Tra PPP contrattuale, istituzionalizzato e negoziale quale è quello che più può interessare la pubblica amministrazione?
“Il PPP NEGOZIALE che riguarda le più attuali forme di gestione come i piani integrati di intervento, i piani unitari di valorizzazione territoriale, nonchè i programmi di riqualificazione urbana, di recupero urbano, contratti di disponibilità e leasing in costruendo, appare estremamente in quanto in tutte le sue forme si evidenzia il passaggio da una pianificazione impositiva (ius imperii) ad una negoziata (ius privatorum) i cui contenuti devono essere la puntuale espressione di equilibrio tra interessi pubblici e private”.

Come funziona il PPP?
“Il PPP negoziale non è un modello strutturale fisso, creato apposta per la collaborazione tra pubblico e privato ma un “sistema” fatto su misura per la realizzazione di un progetto ben determinato, non è una panacea ma un vestito che occorre ritagliare per ogni situazione specifica, con la redazione di idonei piani di fattibilità che ne costituiscono l’architrave. È un processo cooperativo, passaggio obbligato, affinchè le fasi successive del processo realizzativo dei progetti si manifestino attraverso puntuali accordi di convenzione. Sotto questo profilo l’articolazione del PPP negoziale è tanto più estesa e innovativa quanto più la PA è capace di spostare il focus della sua operatività dall’intervento diretto (ius imperii) alla creazione di un ambiente favorevole per le iniziative private ed i privati stessi siano capaci di lavorare con la PA. Gli esiti del PPP negoziale sono il frutto di un combinato disposto tra la qualità dell’intervento privato e la “capacità” della PA ad individuare i propri obiettivi ed interloquire con i soggetti privati attraverso convenzioni”.

Culturalmente e strutturalmente un Comune è in grado di affrontare il PPP negoziale?
“È necessario che esso dismetta quella tipica sua cultura dirigistica, protezionistica, (direi anche affaristica) che è ancora molto diffusa, che crea quel collo di bottiglia ove si incontrano corruttori e corrotti e che influisce negativamente sui tempi di realizzazione dei progetti in PPP e quindi sulla capacità degli stessi di soddisfare le aspettative che la collettività ha riposto in essi, tenendo conto che il rischio deve gravare solo sul privato, il quale è anche il finanziatore!”.

(1 – SEGUE)