Scoperta loggia massonica segreta, 27 arresti tra cui l’ex presidente dell’ARS Cascio

CASTELVETRANO (TP) – C’è anche l’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana ed ex deputato nazionale di Forza Italia Francesco Cascio, tra i 27 arrestati dell‘operazione “Artemisia” dei carabinieri su una loggia massonica segreta a Castelvetrano che avrebbe condizionato la pubblica amministrazione e le indagini della magistratura.

Cascio, che è stato posto ai domiciliari, dipendente dell’Asp di Palermo, esponente di primo piano di Forza Italia, ha ricoperto la carica di presidente del Parlamento siciliano dal 2008 al 2012; è stato anche deputato nazionale nel ’94 e nel ’96.

Arrestati anche l’ex deputato regionale di Fi Giovanni Lo Sciuto e l’ex sindaco di Castelvetrano Felice Errante. Ci sono anche tre poliziotti tra le 27 persone arrestate al’alba di oggi tra Palermo e Trapani. Uno presta servizio alla questura di Palermo, uno a Castelvetrano e uno alla Dia di Trapani. I tre poliziotti sono finiti in carcere.

 

A Castelvetrano le indagini dei Carabinieri hanno inizio nel 2015 attorno alla figura di Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale fino al 2017. A suo carico sarebbero emersi gravi indizi per numerosi reati contro la Pubblica amministrazione con l’obiettivo di ampliare la sua base elettorale e il suo potere politico. In particolare Lo Sciuto avrebbe creato uno accordo corruttivo con Rosario Orlando, già responsabile del Centro Medico Legale dell’Inps, poi collaboratore esterno dello stesso ente quale «medico rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità civili». Lo Sciuto avrebbe ottenuto da Orlando la concessione di numerose pensioni di invalidità per i suoi elettori, anche in assenza dei presupposti previsti dalla legge. Il medico dell’Inps sarebbe stato corrotto attraverso regali ed altre utilità. Indagine anche per l’ex Rettore Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all’Istruzione e destinatario di un’informazione di garanzia, per l’aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia presso l’università di Palermo.

Cascio è stato arrestato con l’accusa di favoreggiamento personale: avrebbe informato Lo Sciuto, che in quel momento veniva intercettato dai carabinieri. L’informazione sarebbe arrivata a Cascio attraverso Giovannantonio Macchiarola, capo della segreteria dell’allora ministro dell’Interno e vicepresidente del consiglio Angelino Alfano. Macchiarola è indagato per rivelazione di segreto d’ufficio.

L’operazione è stata chiamata in codice “Artemisia”. La superloggia segreta era formata da massoni, politici e professionisti. L’obiettivo sarebbe stato quello di orientare le scelte del Comune, nomine e finanziamenti a livello regionale e anche di ottenere notizie riservate sulle indagini in corso della magistratura. Gli investigatori avrebbero scoperto anche un vasto sistema corruttivo negli enti locali, come il comune di Castelvetrano e l’Inps di Trapani.

Lo Sciuto,  inoltre, “godeva del rapporto privilegiato con il presidente dell’ente di formazione professionale Anfe(Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), Paolo Genco, anch’egli tratto in arresto, con il quale creava uno stabile accordo corruttivo. Genco infatti gli garantiva sostegno economico e raccolta di voti per le sue candidature, così da rafforzare la sua posizione politica, nonché il suo consenso popolare, strettamente connesso alle assunzioni presso l’Anfe”, come dicono gli inquirenti.

Le 27 persone arrestate devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, concussione, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata, falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed utilizzazione del segreto d’ufficio, favoreggiamento personale, abuso d’ufficio e associazione a delinquere segreta finalizzata ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della cosiddetta legge Anselmi). Per gli stessi reati sono stati notificati anche cinque obblighi di dimora e una misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio, nonché notificate altre quattro informazioni di garanzia. “Non viene addebitata alcuna responsabilità al maestro venerabile della Loggia, in quanto è emerso chiaramente come il ‘gruppo occulto’, facente capo a Lo Sciuto, prendesse le decisioni a prescindere dalle direttive della loggia palese e si avvalesse degli aiuti degli appartenenti occulti più che di quelli palesi in caso di bisogno”, sottolineano gli investigatori.