“Vita straordinaria ri Don Giuanni Grasso”: tra tradizione e avanguardia il ricordo del grande attore catanese

Giovanni Grasso ricordato da tutti come il più grande attore tragico siciliano e come dei migliori interpreti italiani del ‘900, portò in scena le più belle pagine di Martoglio che lo diresse magistralmente e recitò a fianco di un altro illustre attore siciliano Angelo Musco.

Un artista che merita di essere ricordato e che bisogna far conoscere alle nuove generazioni, proprio per celebrare la sua grande carriera giovedì 27 luglio, e in replica venerdì 28, al Cortile Platamone di Catania debutterà in prima assoluta lo spettacolo “Vita straordinaria ri Don Giuanni Grasso – Lu grandi atturi ca pattennu ri Catania furriau lu munnu”,  che ripropone l’arte teatrale di Giovanni Grasso.

La regia della mise en scène è di Marcello Cappelli e Lucia Sardo. «Il nostro obiettivo – spiegano Cappelli e Sardo – è valorizzare la figura di questo grandissimo attore catanese che è poco celebrato e conosciuto a casa propria e che invece merita ben altra considerazione. Per questo abbiamo costruito un progetto in cui abbiamo approfondito la formazione e la forza scenica di Grasso per farne uno spettacolo che porta in scena la sua arte e la sua vita. Da febbraio ad oggi, durante tutto il progetto Art to be actor – The experience of Giovanni Grasso, abbiamo realizzato un laboratorio di approfondimento e studio che ci ha fatto conoscere più da vicino l’arte di Grasso e ci ha permesso di selezionare gli 8 giovani attori che danno vita allo spettacolo: Paola Andolina, Simona Buscemi, Gioacchino Cappelli, Tommaso Mirabella, Cristiano Pluchino, Benedetta Scuto, Rosario Tedeschi, Salvatore Tornitore».

Lo spettacolo fa parte del progetto “Art to be Acto”r, ispirato a Giovanni Grasso e si concluderà a marzo 2018 con un convegno internazionale. Il progetto, partendo dall’esperienza a molti sconosciuta dell’attore siciliano che con il suo lavoro è riuscito a realizzare un linguaggio comprensibile e apprezzato in tutto il mondo, focalizza l’attenzione sull’arte dell’attore e sul rapporto, attualissimo, che intercorre tra tradizione e innovazione. Il lavoro è partito proprio dalle fonti, grazie al repertorio rimasto dell’attore, lo studio accurato del materiale ha reso possibile ricostruire sia il percorso artistico che quello umano di Grasso e, da questo, basare lo spettacolo.

Nel corso degli ultimi anni molte compagnie amatoriali hanno rivisitato e reinterpretato Giovanni Grasso molto spesso ricalcandone la sua arte ma l’aspetto che maggiormente ha coinvolto Marcello Cappelli è il legame di Grasso con la tradizione dell’Opera dei Pupi: «Ciò su cui ho operato parte da questo, dal dare valore a quei sentimenti e principi che vengono espressi in questo contesto e che è stato il materiale che ha maggiormente coinvolto i miei giovani attori in un percorso formativo che mette insieme avanguardie teatrali e tradizioni. Abbiamo voluto conoscere entrambi gli aspetti e da qui gli incontri sulla Biomeccanica, la Commedia dell’arte, l’opera dei Pupi, U balletto, l’arte della scherma del coltello, l’acrobatica e il Cunto. Io mi sono affidato al loro sentire e l’ho tradotto in scene, un pamphlet che ho affidato alle mani sapienti in primis di Lucia Sardo, per ritrovare quella verità espressiva che le è propria, a Biagio Guerrera per il linguaggio – soprattutto in dialetto siciliano – di cui è un maestro riconosciuto, e a Luca Ruzza che ha immerso il nostro mondo con immagini e macchinari capaci di realizza un “sogno”».

di Agnese Maugeri