Cisl: “Referendum StMicroelectronics, sì all’accordo che fa lavorare giovani”

Stmicroelectronics

L’accordo per la turnazione estiva alla StMicroelectronics di Catania, sottoposto a referendum, è stato approvato dai lavoratori turnisti con il 57,6% di Si. Alla consultazione referendaria ha partecipato l’89% del totale di 1226 lavoratori aventi diritto.

La Cisl e la Fim Cisl di Catania esprimono grande soddisfazione per l’altissima partecipazione dei turnisti al referendum e giudicano positivamente la vittoria del Si.

“È un risultato importante – sottolinea Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea – perché consente di contribuire all’incremento di occupazione giovanile e alla qualificazione di nuove maestranze. In tal senso, seppur lieve, dà speranza a tanti giovani catanesi che, grazie all’accordo, consentirà loro di potersi formare in azienda e sperare nel turn-over aziendale».

«Ci siamo battuti per questo accordo – afferma Nicastro – che migliora la turnistica, crea occupazione e consente sviluppo. Abbiamo lottato per fare in modo che ogni lavoratore e lavoratrice potesse in libertà senza condizionamenti, esprimere democraticamente la sua valutazione a una ipotesi d’accordo che interessa proprio chi fa i turni in produzione».

«La nostra iniziativa sulla raccolta firme della settimana scorsa per indire il referendum – aggiunge – non è stata condivisa dalle altre organizzazioni, FIOM, UILM e UGLM. Noi riteniamo che la firma di quest’accordo vada nella direzione delle richieste e dei problemi che hanno sollevato i lavoratori in questi anni oltre a dare prospettive di sviluppo industriale e occupazionali dello stabilimento.

L’accordo permette di assumere 130 giovani per il periodo delle ferie dei turnisti e dare una speranza alla crescita occupazionale del territorio, anche se ancora per un periodo limitato, ma siamo confidiamo nell’apertura del nuovo modulo M9 e il rafforzamento di CT6. Un bonus fino a 150€ in buoni welfare per ogni lavoratore che raggiunge una presenza nel periodo del 94%. La turnazione a cinque squadre uguale al periodo invernale con tre turni di lavoro e due giorni di riposo.

La Fim ha raccolto tra i lavoratori più di 500 firme per poter svolgere questo referendum. Il clima nelle assemblee è stato incandescente e spesso non consentiva un normale confronto democratico tra le diverse posizioni, per la cattiva e distorta informazione data ai lavoratori da una parte dei delegati Rsu contrari all’accordo.

«Per la Cisl – dichiarano Attanasio e Nicastro – la contrattazione aziendale è una priorità importante per dare risposte certe ai lavoratori, non accetteremo ancora certi comportamenti che mettono in pericolo una realtà importante come Stm. Certi atteggiamenti, oltranzisti e demagogici, frutto di arroganti personalismi vanno stigmatizzati e perseguiti perché non è consentito a costoro mettere a rischio il futuro occupazionale di Stm».

«Siamo intervenuti più volte – sottolinea il segretario della Fim catanese – per difendere alcuni lavoratori che solo perché esprimevano la propria idea spesso venivano attaccati, insultati e derisi con gesti intimidatori e conflittuali di alcuni lavoratori e militanti di altri sindacati».

Questi alcuni dei casi riprovevoli accaduti. A una lavoratrice è stato strappato il microfono dalle mani perché voleva il referendum. Un’altra lavoratrice madre è stata attaccata solo perché ha spiegato che la nuova turnistica le migliorava gli spazi di vita con il proprio figlio. Un delegato Fim è stato minacciato davanti a testimoni da un componente della segreteria Uilm nell’ultima assemblea.

«Tutti fatti gravi – denuncia Nicastro – che abbiamo condannato totalmente perché la democrazia, il pluralismo e il rispetto delle idee e opinioni di tutti viene prima di tutto. Abbiamo segnalato questi fatti alla nostra segreteria nazionale per porre le questioni emerse alle altre organizzazioni sindacali. La Fim difenderà e darà tutto il proprio sostegno, nel rispetto della propria privacy, quei lavoratori o lavoratrici che vorranno denunciare coloro che usando il sindacato minacciano o ledono la dignità e la libertà di pensiero dei lavoratori e delle lavoratrici di questa grande azienda».