Cooperative siciliane, Gaetano Mancini: “Lavoriamo per accompagnare le cooperative nei loro percorsi di crescita”

Quello appena conclusosi è stato un anno difficile per la cooperazione siciliana che però sta lavorando con forza e tenacia per apportare delle migliorie nel settore, così da poter guardare con più speranza l’impresa siciliana nei prossimi anni.

Abbiamo chiesto a Gaetano Mancini, presidente regionale Confcooperative, di tracciare un bilancio del 2017 e dei prossimi importanti obbiettivi a cui si sta operando.

L’anno appena terminato, il 2017, com’è stato per le cooperative siciliane?

«Il 2107 per la cooperazione è stato un anno complesso perché, come, sappiamo bene, la Sicilia vive una situazione economica difficile e le cooperative sono conseguentemente in sofferenza, soprattutto quelle che operano con la pubblica amministrazione che registrano ritardi di pagamenti molto importanti. Non mancano però situazioni di cooperative che hanno ottenuto segnali positivi, operando su mercati più interessanti, sopratutto quelli esteri. Ma il dato che va sottolineato maggiormente è che la cooperazione, ancora una volta, ha assicurato il proprio contribuito al benessere sociale delle comunità nelle quali opera, anche in un contesto difficile come quello vissuto in questi ultimi anni. Cito per tutti i dati occupazionali che dimostrano che in questa lunga crisi le cooperative, come confermano l’INPS e l’ISTAT, hanno tutelato l’occupazione meglio di qualunque altra forma di impresa: dal 2012 al 2015 la cooperazione ha fatto segnare un +3,2% di crescita occupazionale rispetto al -3,1% dell’intero settore privato e nel totale degli anni della crisi, dal 2008 al 2015 la crescita di occupati in cooperativa è stata del +6,1%. Mentre altri licenziavano per spostare le proprie imprese in aree a più basso costo del personale, o più semplicemente chiudevano in attesa di tempi migliori, le cooperative sono infatti andate avanti, consumando le riserve, perché la loro missione non era quella di fare utili, non era quella di preservare il capitale, ma, appunto, di continuare a rispondere ai bisogni dei soci, anche a costo di indebolirsi».

Che aspettative ci sono per il 2018?

«Il mercato complessivamente, a livello nazionale, si sta muovendo verso una ripresa, ma ancora permangono delle condizioni strutturali che, soprattutto in Sicilia, evidenziano una domanda debole e il permanere di difficoltà per la maggior parte delle imprese. L’augurio è che si promuovano politiche e interventi capaci di creare, anche in Sicilia, condizioni più favorevoli allo sviluppo. In tal senso guardiamo con attenzione ai primi passi del nuovo governo della Regione, augurandoci che possa garantire una decisa inversione di rotta, con l’avvio di un dialogo costruttivo con il mondo dell’impresa per aprire a strategie di crescita economica della nostra Regione basate non più sull’assistenzialismo ma sullo sviluppo imprenditoriale e sulla partecipazione dei cittadini al disegno di sviluppo. E non c’è alcun dubbio che un test importante deriverà dalla capacità di rendere la gestione dei fondi europei più coerente alle strategie di sviluppo e di crescita della coesione sociale del nostro territorio».

Avete già degli obbiettivi a cui state lavorando?

«Quest’anno, rinnoveremo le nostre federazioni di settore dopo quasi due anni dal nuovo assetto organizzativo regionale finalizzato a dare maggiore efficienza ed efficacia alla nostra azione. La stagione che tra poco affronteremo dovrà quindi rappresentare un’altro passo in questa direzione per dare alle cooperative le risposte di cui necessitano. E tra questi bisogni non vi è dubbio che sia incluso quello del rafforzamento imprenditoriale. In un quadro generale le imprese del mezzogiorno sono ancora troppo deboli e questo vale anche per le cooperative. La cooperazione rappresenta, in termini di unità di impresa, il 47% del totale nazionale, ma guardando a fatturato e occupati questo dato si riduce rispettivamente ad 11% e 17%. Non solo, siamo davanti a veri e propri stravolgimenti del sistema produttivo e non a caso si parla di quarta rivoluzione industriale, che, a seconda di come si affronta, può rappresentare una minaccia o un’opportunità. Il nostro compito sarà allora sempre più quello di affiancare alla tutela sindacale l’offerta di servizi e la capacità di accompagnare le imprese nei loro percorsi di crescita, soprattutto nel caso di cooperative di piccole dimensioni. Ed è quindi su questo fronte che stiamo concentrando il nostro impegno».