Vertenza Qè: il viceministro chiede il fallimento

Imbarazzante e duro confronto fra viceministro e sindacati con l'azienda.

Vertenza Qè: il viceministro chiede il fallimento

Incontro al Mise, oggi, per la vertenza Qè. Il vice ministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, durante un incontro ufficiale tenutosi Roma sulla vertenza Qè con sindacati e proprietà, ha invitato l’azienda di call center a dichiarare fallimento. Bellanova ha inoltre chiesto alla Regione di mantenere attivo un “Tavolo di crisi” in Sicilia, inserendo al suo interno possibili imprenditori interessati.

Il vice ministro ha coordinato i lavori di oggi insieme al funzionario Castano per la parte istituzionale; hanno partecipato Giuseppe Caudo per la Regione Sicilia, l’amministratore unico di Qé, le segreterie nazionali e provinciali Slc Cgil e Fistel Cisl e le Rsu.

Al termine le segreterie provinciali e le Rsu Slc Cgil e Fistel Cisl hanno dichiarato: “Ringraziamo il vice ministro Bellanova per la disponibilità e l’impegno profuso nella discussione che ha avuto momenti di grande durezza sia verbale che istituzionale. Da questo incontro possiamo finalmente dichiarare che l’azienda Qé non fa più parte di future discussioni che riguardano le attività lavorative e i lavoratori del nostro territorio. In un momento così delicato, attraverso il tavolo regionale, auspichiamo una soluzione a questo grave stato di crisi lavorativo e sociale”.

Ed hanno , poi, aggiunto: “Abbiamo condotto fino ad ora una lotta non solo per la garanzia del diritto al lavoro ma soprattutto una lotta di legalità e le parole del vice ministro ci rincuorano. Venerdì chiuderemo la pratica dei licenziamenti collettivi per ridare alle lavoratrici e ai lavoratori un minimo di sostegno al reddito. A breve ci rincontreremo alla regione per iniziare senza ostacoli una discussione che avrà un unico obiettivo: la tutela dei 600 lavoratori del call center Qé”.

I sindacati hanno anche sottolineato “l’imbarazzante relazione aziendale sullo stato economico e finanziario, sulla necessità di non dichiarare fallimento per garanzia dei lavoratori e sul fatto che l’azienda DM Contact, presente al tavolo nonostante non fosse stata invitata, fosse una impresa interessata all’affitto di Qé. Stigmatizziamo i comportamenti di Qé rispetto alla non volontà di dichiarare fallimento e che l’apertura della procedura di licenziamento collettiva aperta qualche giorno fa fosse l’ennesimo atto contro i lavoratori ed il territorio. Abbiamo evidenziato al Ministro che una delle strade percorribili per creare le condizioni di continuità occupazionale fosse il tavolo aperto presso la Regione e che serviva un intervento istituzionale verso le committenti per cercare di riprendere in attività lavorativa nel territorio”.

La Regione Sicilia si è resa disponibile a continuare il tavolo aperto qualche settimana fa per ricercare soluzioni condivise sia con il sindacato sia con il Ministero e che unica priorità rimane la salvaguardia dei 600 lavoratori di Paternò.