Abusivismo edilizio: dove sono i piani urbanistici?

Abbattere le case, dare la colpa alla politica, mettere su un grande condono. Sono solo alcune delle ipotesi che si paventano in questi giorni in tema di abusivismo edilizio. Argomento che sicuramente sta scalando le prime posizioni dell’agenda setting politica di questa calda estate, alla luce anche di quanto accaduto a Licata dove il sindaco è stato sfiduciato dal consiglio comunale perché voleva demolire alcune case abusive.

E così dopo la sfiducia ad Angelo Cambiano è iniziata una serie di interventi di parlamentari nazionali e locali che cercano di trovare la giusta soluzione, idee e ipotesi che in Sicilia si devono sposare anche con una sempre più intensa campagna elettorale.

Ed ecco che il M5S, con Luigi Di Maio, invita quasi a chiudere un occhio dando la colpa alla politica: “si abbatta quando lo ordina il giudice, ma non si voltino le spalle a chi paga l’assenza di pianificazione”. Insomma per il pentastellato la casa è un diritto e anche se costruita in zone dove non si doveva edificare non va assolutamente abbattuta.  Gli fa eco il candidato alla presidenza della Regione Giancarlo Cancelleri che afferma come le case della povera gente non vadano abbattute.

Il deputato del PD Andrea Romano sottolinea come il M5S sia d’accordo all’abusivismo di necessità e aggiunge che si sta “flirtando con l’abusivismo edilizio”.

Anche il presidente dell’Osservatorio Parlamentare sul mercato immobiliare Vincenzo Gibiino è intervenuto con una nota. L’esponente di Forza Italia dice: “negli anni sono proliferate centinaia di migliaia di abitazioni costruite dove non si sarebbe potuto costruire, dove – invece delle case – andavano fatti alberghi e strutture ricettive, considerando che il turismo è l’unico fattore economico che in questa terra registra qualche movimento positivo.
A questa necessità di cittadini si è unito un abusivismo speculativo su cui nessuno è mai intervenuto. Un condono adesso? È una dimostrazione che la politica sa di aver sbagliato e continua a sbagliare cercando la via più semplice, anche per fare cassa. Serve che sempre la Regione imponga ai comuni di dotarsi degli strumenti necessari per cambiare rotta. Non si può certo distruggere tutto, ma un intervento deve essere fatto per evitare che altri mostri edilizi sorgano. E per quelli esistenti va analizzato caso per caso cercando di trovare soluzione per queste famiglie a cui comunque una casa va garantita”.