Musumeci: “privatizzare gli scali aeroportuali e avere solo due grandi società di gestione”

CATANIA – Bisogna cambiare la gestione degli aeroporti siciliani e bisogna farlo in un’ottica di cooperazione e di sinergia: “perché la guerra non si deve fare tra gli stessi aeroporti ma si deve diventare competitivi nei confronti di altre realtà fuori dall’isola”.
Questo in sintesi il progetto del governatore siciliano Nello Musumeci che oggi pomeriggio ha convocato un vertice al quale hanno preso parte il presidente dell’Enac, Vito Riggio e gli assessori regionali Gaetano Armao, Ruggero Razza, Sandro Pappalardo, Mimmo Turano, Marco Falcone e Toto Cordaro oltre che tutti i presidenti e gli amministratori delegati delle Società di gestione degli aeroporti siciliani.
L’idea del presidente è molto chiara: creare solamente due società, una orientale e una occidentale, per la gestione degli scali di Palermo, Catania, Trapani, Comiso, Pantelleria e Lampedusa. Verificando la volontà dei soci. E questo sarà fatto in incontri bilaterali che il Governo della Regione promuoverà entro l’estate. Ciò che è certo è che finiranno i contributi pubblici perché non si può vivere sperando solo che arrivino i soldi dallo Stato o della Regione. Ecco perché l’idea di privatizzazione diventa sempre più insistente. “E’ chiaro che gli aeroporti non possono e non devono vivere, anzi sopravvivere, col denaro pubblico”, ha detto Musumeci.
Una riflessione quella fatta dal presidente Musumeci che guarda anche alla crisi che sta attraversando alcuni scali siciliani: il taglio dei voli Ryanair, a Trapani, ha comportato un calo di passeggeri che si aggira intorno al 90 per cento dei passeggeri. Ovviamente ciò ha messo in difficoltà l’economia dell’intera zona.
Non va meglio a Comiso: per la fine del 2018 è prevista una flessione del numero dei passeggeri (da 440 mila a 400mila) e perdere per circa 2,5 milioni di euro.
«Se un aeroporto ha meno di un milione di passeggeri l’anno, è costretto a vivere nella difficoltà quotidiana», ha dichiarato alla stampa il governatore consapevole che serve cambiare rotta. Con due grandi autorità di gestione, una per gli aeroporti della Sicilia occidentale (compresi Pantelleria e Lampedusa) e l’altra per la parte orientale dell’Isola: Birgi, così, finirebbe nell’orbita dell’aeroporto di Punta Raisi, mentre Comiso andrebbe alla Sac di Catania.
Altro tema che sta a cuore del presidente Musumeci e che è stato affrontato nel corso del vertice riguarda la continuità territoriale: essa oggi esiste solo per Pantelleria e Lampedusa. Se applicata, ma serve l’ok delle commissioni europee, garantirebbe tariffe più basse dei voli da e per le principali aerostazioni dell’Isola. “Chiederò a Tajani di attenzione la questione e speriamo che nelle prossime settimane si possa fissare un incontro con la commissione, appoggiati – mi auguro – dal governo nazionale”, ha concluso Musumeci.