Un evento non raro. “Fenomeni che mettiamo in conto, che possono accadere“, come spiegano gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania. Eppure il ferimento di dieci persone avvenuto ieri dopo un’esplosione sull’Etna, creata dal contatto tra la colata lavica e la neve, ha causato un’ondata di reazioni a livello mondiale. Complice un pizzico di allarmismo causato dalla prima versione della notizia, ovvero l’“esplosione di uno dei crateri”, reiterata però ancora oggi da alcuni media.

francesca marchese bbcLe immagini girate da una troupe della Bbc, che si trovava sull’Etna per un approfondimento giornalistico, hanno contribuito a dare eco internazionale a quanto accaduto. Oltre a mettere maggiormente in risalto, ancora una volta, la diversa percezione della presenza del vulcano attivo più alto d’Europa tra chi non vive alle falde del vulcano e la popolazione etnea.

A cercare di spiegare quale sia il rapporto tra montagna e siciliani è stata Francesca Marchese, giornalista catanese che da tempo ormai vive a Londra, intervistata ieri nel corso di un programma d’informazione proprio della Bbc. “Mi hanno chiesto: ‘Con quale spirito vivete lì?’ E in effetti è una domanda che mi fanno in molti!“, racconta. “Ogni volta cerco di spiegare che è una meraviglia naturale – prosegue – Ci sono dei rischi, ma sappiamo gestirli“.

Il fascino emanato dall’Etna unisce milioni di appassionati che condividono le splendide immagini girate in occasioni delle sue attività e richiama viaggiatori da tutto il mondo. Ma, dopo il ferimento di ieri, potrebbe innescarsi l’effetto contrario? “Il rischio è che i turisti si possano spaventare, che percepiscano l’Etna come un luogo pericoloso nel quale non andare – dice Francesca Marchese – Ma si tratta di un vulcano attivo, basta essere consapevoli di questo“. E aggiunge: “È da lodare l’intento della Bbc che ha voluto dare spazio a qualcuno che viene dalla Sicilia, per spiegare meglio qual è la situazione, oltre a intervistare un esperto che ha spiegato cosa fosse successo“.

Ed è proprio dagli esperti che arriva il compito di dover fornire spiegazioni così da placare paure e polemiche. “Non è una tragedia“, i feriti “sono stati colpiti in maniera lieve“. Fin da ieri il vulcanologo Marco Neri dell’Ingv ha parlato di “una situazione attesa in casi come questi“. Con buona pace di chi, già poche ore dopo, invitava a una preghiera per le popolazioni della Sicilia.