Nuova aggressione in ospedale, provocazione Codacons: “Chiudiamo i pronto soccorso in Sicilia”

Il segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi lancia la provocazione ai vertici del ministero della Salute. Una reazione all'indomani della nuova aggressione avvenuta all'interno del pronto soccorso dell'ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Solidarietà al personale anche dall'Associazione autisti soccorritori italiani

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Foto di Nick Savchenko

Chiudiamo i pronto soccorso della Sicilia“. È la provocazione del segretario nazionale del Codacons Francesco Tanasi all’indomani della nuova aggressione avvenuta all’interno del pronto soccorso dell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania. Un uomo di origini algerine è accusato di aver minacciato con un taglierino un medico e un infermiere perché pretendeva un farmaco che il personale gli avrebbe negato. Per cercare di disarmarlo è intervenuto un vigilantes, che è stato colpito torace e ferito.

La provocazione di Tanasi nasce dalla lunga serie di aggressioni che hanno fatto salire agli onori della cronaca l’ospedale etneo. Per questo chiede alla ministra della Sanità Beatrice Lorenzinl’immediata chiusura dei pronto soccorso della Sicilia per l’assenza dei requisiti minimi di sicurezza per medici, infermieri e pazienti“.

Preoccupazione per l’ultima aggressione viene espressa anche dall’Associazione autisti soccorritori italiani (Aasi) che – in una lettera inviata anche al presidente della Regione, all’assessore regionale alla Salute, ai vertici dell’azienda ospedaliera e al sindaco Enzo Bianco – chiede maggiori tutele. “Ribadiamo, come più volte già chiesto, la creazione di procedure per le attività di antiaggressione e difesa personale passiva“, scrivono i referenti dell’associazione. E aggiungono la richiesta di tutela legale, in ogni sede e grado di giudizio a favore degli operatori aggrediti, con la costituzione parte civile degli enti e aziende danneggiate con l’aggressione dei dipendenti, nonché la creazione di una campagna informativa volta al rispetto degli operatori sanitari“.