La CGIL ed il SILP CGIL di Catania esprimono forte preoccupazione per la possibile apertura di un Hot Spot all’interno del Cara di Mineo.
In vista dell’ imminente visita di una speciale Commissione presso il Centro di Accoglienza, le due sigle segnalano in una nota che “se dovesse quindi rispondere a verità l’intenzione di impiantare un hot-spot all’interno di una struttura come quella di Mineo, a 60 Km circa dalla costa e dal porto più vicino di Catania, sarebbe la negazione dello spirito che ha mosso l’istituzione degli stessi “punti caldi” e di tutte quelle misure in questi anni realizzate per evitare problemi di ordine pubblico interne al paese e non solo”.
“Sarebbe inevitabile – riporta ancora la nota – una ricaduta negativa anche per coloro che hanno la responsabilità del mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, ovvero le forze di Polizia e l’autorità provinciale di Pubblica Sicurezza. È di tutta evidenza infatti che il trasferimento al Centro di Mineo di persone appena sbarcate in banchina a Catania, prescindendo dalla prima messa in sicurezza, vedrebbe un impegno immane in termini di uomini, mezzi e risorse con notevole nocumento per l’ordine e sicurezza non solo pubblica, ma di tutti coloro che in questi trasferimenti parteciperebbero e delle esigue forze in atto impegnate presso il centro di Mineo, già allo stremo per l’eccessivo e costante impegno. Abbiamo già condiviso le nostri preoccupazioni con il questore di Catania”.
La vocazione dell’Hot Spot è infatti quella di raffreddare situazioni di primo soccorso, mettendo in sicurezza le persone raccolte in mare e portate in banchina sulla terra ferma per la prima volta, dove è necessario gestire lo sbarco, fare accoglienza in prima istanza, verificare le condizioni sanitarie, le provenienze e le etnie, monitorare e pre identificare, individuare i minori, i nuclei familiari per consentire di procedere con la dovuta sicurezza l’applicazione delle norme vigenti sull’immigrazione poi decidere quale destino far seguire, anche sul versante della ricollocazione in Europa.
L’Hot Spot costituisce un punto comune e complementare di lavoro tra organismi dell’Unione Europea (Frontex, EASO, Europol, Eurojust), e le autorità nazionali incardinate presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza e presso il Dipartimento per le Libertà Civili ed Immigrazione con lo scopo di ricollocare i richiedenti asilo di specifiche nazionalità, come siriani ed eritrei, in un altro Paese dell’Unione Europea; di avviare gli altri migranti che necessitano di protezione internazionale ad una procedura di asilo; di rimpatriare i migranti irregolari dall’Italia ai rispettivi paesi di origine nel rispetto della direttiva sui rimpatri.