Alcuni hanno negato pur dinanzi alle prove evidenti, altri, invece, hanno collaborato con i carabinieri. Sono finiti, così, in manette, nelle prime ore di questa mattina, a Palagonia, 6 componenti di una banda di estorsori che si ritiene appartenente al clan Santapaola-Ercolano. Sno accusati di associazione mafiosa ed estorsione. Ma c’è anche l’aggravante di aver commesso tale reato “avvalendosi delle condizioni di assoggettamento e di omertà tipiche di un’associazione mafiosa”.
E’ stato proprio grazie alle denunce di alcune vittime che i carabinieri hanno iniziato un’attività investigativa stringente, anche con intercettazioni, che hanno reso palese i comportamenti dei sei arrestati.
La banda avvicinava gli imprenditori che operavano nel settore del cemento e , con minacce, chiedeva loro dapprima un’una tantum di 5mila euro a cui avrebbe dovuto seguire un versamento mensile di mille. Inoltre imponevano una taglia del 2% su ogni carico di cemento scaricato.
A chi resisteva la banda riservava un trattamento speciale: aggressioni fisiche per costringerli a pagare il pizzo. In un caso, per sottometterla alla loro volontà, ad una vittima hanno sequestrato l’auto e l’hanno data alle fiamme.
Il gruppo, capeggiato dal 46enne Salvatore Alessandro Ferraro, di Palagonia, secondo i carabinieri, era collegato alla famiglia di Cosa Nostra catanese Santapaola-Ercolano, per conto della quale aveva ricevuto l’incarico, per un certo periodo di tempo, di gestire il racket delle estorsioni sul versante calatino della provincia ed in particolare nell’area di interesse tra Palagonia e Militello in Val di Catania. Gli altri componenti Luigi Scuderi (1959), Rocco Farruggio (1970), Salvatore Musumeci (1954) erano anch’essi di Palagonia, mentre Mario Compagnino (1969) era di Militello val di Catania, e Pierpaolo Di Gaetano (1979) di Catania.
Gli arrestati sono stati associati alle case circondariali di Siracusa e Caltagirone, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà nei prossimi giorni.
L’operazione, come detto, è stata condotta dai carabinieri della compagnia di Palagonia, che su delega della Direzione distrettuale antimafia di Catania, supportati da nuclei cinofili ed elicotteri, che hanno eseguito un’ordine di custodia cautelare emesso dal Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catania.