“Sono emersi proprio in questi giorni nuovi gravissimi falsi nella procedura di costituzione della Camera di Commercio di Catania, Ragusa e Siracusa, con nuovi disconoscimenti di adesione da parte di grandissime aziende con migliaia di dipendenti: l’ultima solo ieri, addirittura una partecipata di un ente pubblico. Tali nuovi documenti sono stati notificati al Presidente della Regione e all’Assessore Lo Bello”.
Con questa nota numerose associazioni rendono pubblica, ancora una volta, una incredibile procedura burocratica che approderà nelle aule di un tribunale. Così prosegue il comunicato:
“E quale è la risposta dell’Assessore? Quella di revocare il Collegio di Garanzia, istituito con Decreto Assessoriale n. 2360 del 04 agosto 2016, per la supervisione delle procedure alla luce delle gravi anomalie denunciate. Alle quali si sono aggiunte appunto queste ultime e sembra che altre se ne stiano man mano aggiungendo. Quindi la posizione dell’Assessore sarebbe: se aumentano i falsi rinunziamo ai controlli!”.
Ma la parte più sconcertante della notizia sta forse nella motivazione della revoca, laddove ci si preoccupa che possa configurarsi un atto omissivo per il presunto obbligo dell’amministrazione “di attuazione e definizione delle procedure relative all’accorpamento” delle Camere.
Questa motivazione – dice la nota – spinge a fare quattro riflessioni:
“Siamo a fine novembre 2016, l’esigenza di più stretti controlli si era già manifestata a dicembre del 2015, il Collegio per i controlli è stato appunto istituito solo ad agosto 2016. E da agosto a oggi il Collegio non si è mai insediato per inerzia della stessa regione. Semmai quindi starebbe quì il comportamento omissivo poiché tutto ciò ha determinato il fatto che i controlli aggiuntivi da parte di un organismo terzo, pur ritenuti evidentemente necessari non sono mai stati effettuati.
“L’assessore, al contrario, dichiara un paventato quanto irreale (visti i falsi acclarati) rischio di incorrere in condotte omissive se non insedia rapidamente il Consiglio. E sceglie invece, e lo fa scegliere anche al presidente Crocetta se firmerà il decreto di insediamento, di correre il rischio, che sembra in realtà molto più di un rischio, di concorrere ad un falso e di commettere un abuso, laddove tale falso portasse vantaggi a chi l’avrebbe commesso (e non si capisce come potrebbe essere altrimenti);
E ancora: “come può il Governo della Regione preoccuparsi oggi di commettere una omissione se è dal 2014, prima dell’avvio delle procedure di accorpamento, che remora gli atti dovuti per consentire il regolare funzionamento del consiglio della Camera di Commercio di Catania, tutt’oggi insediato? E’ bene infatti ricordare che a seguito delle dimissioni di 12 componenti della Confcommercio e della Confesercenti, il Governo, senza alcuna motivazione, non ha a tutt’oggi mai completato le procedure avviate per la loro sostituzione, cosi impedendo alla maggioranza ben definita di esprimere Giunta e Presidente e lasciando invece la gestione della Camera, e del processo di accorpamento, in mano a propri commissari. Quella sì potrebbe essere stata una omissione, e forse di più, visto che il Consiglio non si trovava davanti a contestazioni o falsi ma derivava da sentenze esecutive di Tribunali della Repubblica. Come mai allora? Non doveva forse essere quella maggioranza a gestire la successiva procedura di accorpamento?
“C’è infine una strana casualità: tanto le scelte di forzare adesso l’insediamento del Consiglio della Camera del Sud-Est, tanto quelle di bloccare l’insediamento della Camera di Commercio di Catania, vanno nella direzione di favorire sempre le stesse associazioni che peraltro sono quelle oggi interessate dai recentissimi e gravi disconoscimenti. Solo un caso?
“Di fronte a questi scenari siamo costretti, ancora una volta, a trasmettere tutti gli atti alla Magistratura, che, ahinoi, sembra ormai rappresentare l’unico baluardo per la tutela dei diritti del cittadino alla luce del disinteresse verso la legalità di chi dovrebbe essere preposto alla sua garanzia”.
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