Catania può ambire ad un Rinascimento? Se lo chiede Alberto Pasqua, ingegnere, ex amministratore, che ha proposto la sua visione ad un convegno del Rotary.
“Immaginate che a Catania…
- la Metropolitana arrivi all’aerostazione, collegata questa con navette al parcheggio Fontanarossa;
- che lo stesso impianto aeroportuale abbia due piste o il prolungamento di quella attuale, sotto cui la ferrovia passi in galleria;
- che sia già realizzato e funzionante il polo urbano di corso Martiri della Libertà, prolungato per di più fino al mare attraverso piazza Giovanni XXIII (a ferrovia interrata);
- che il vecchio San Berillo sia trasformato in un quartiere bohemien, con caffè, ristoranti, sale musicali, librerie, botteghe artigiane, mostre ed altro, ventiquattrore al giorno;
- che i parcheggi scambiatori siano in gran parte realizzati e serviti da mezzi veloci verso il centro;
- che il quartiere di San Cristoforo sia risanato e valorizzato, e così quelli della periferia sud (Librino, Villaggio Sant’Agata, Santa Maria Goretti, ecc.);
- che l’ex Mercato Ortofrutticolo a San Giuseppe la Rena abbia la Cittadella Agroalimentare (o, secondo una più improbabile prospettiva, ospiti la Città dell’Arte, dello Spettacolo e della Musica);
- che il nobile quartiere della Civita, il, più antico della città, abbia un nuovo slancio, rivitalizzato e trasformato in Isola Ambientale / zona 30 (km/h), destinato solo a spostamenti di destinazione e non di attraversamento;
- che la pista ciclabile non abbia soluzioni di continuità dalla Playa ad Ognina passando attraverso il circuito del centro storico”.
“Queste figurazioni, per una città di rango davvero elevato e ad alta vivibilità, comporrebbero già un affascinante quadro metropolitano, che tuttavia ben altra ricchezza avrebbe completandolo con la più importante e dibattuta operazione urbanistica da decenni vagheggiata e ancora ben lontana dall’essere compiuta. Parliamo del Frontemare, del cosiddetto Waterfront, da Acicastello all’Oasi del Simeto, che, assieme al vulcano e allo scrigno del barocco, proietterebbe Catania tra le più appetibili città d’Europa per l’abitare e il soggiornare”.
“Il programma Waterfront (nell’ambito del Piano Territoriale per l’Occupazione PTO – Catania sud), che ingloba progetti e realizzazioni in itinere comprende, fra l’altro:
- il Nodo Catania, ovvero l’interramento della ferrovia che libererebbe la città dalla storica “cintura di ferro”, riconducendo Catania da città con il mare da a città di mare;
- la ferrovia costiera fornirebbe anche il servizio metropolitano, con le previste fermate di Ognina, Picanello ed Europa;
- l’integrazione della piazza Mancini Battaglia con il borgo di Ognina, in uno all’abbattimento del cavalcavia;
- la destinazione del lungomare a camminamento pedonale e ciclabile (si potrebbe anche pensare ad un minitram panoramico da Ognina a piazza Europa), traslando la marcia dei veicoli su via Alcide De Gasperi, manutenendo la scogliera e dotando le aree libere a monte di impianti a verde, strutture ricettive ed esercizi di ristorazione;
- la trasformazione del Deposito ferroviario, se acquisito dall’Amministrazione comunale, a superba piattaforma sul mare con complesso turistico-ricettivo; la rimozione dell’ingombro costiero dei binari del Passiatore, che tornerebbe agli antichi splendori, unendosi inoltre al Molo Foraneo del Porto;
- il parco lineare e ciclabile sugli Archi della Marina, ove treno “scenda” in galleria ferroviaria, che, instradata sotto il porto, potrebbe affiancarsi a una via veicolare liberando la via Dusmet dalle automobili con beneficio della qualità ambientale dell’area del Porto;
- la restituzione di questo, a sua volta, alla piena fruibilità di cittadini e visitatori con la realizzazione dei progetti di separazione tra l’attività commerciale e quella turistica, diportistica sportiva;
- il recupero del quartiere Angeli Custodi e dei vecchi impianti edilizi di via Tempio (Mattatoio, Consorzio Agrario, ex Cementificio, ecc.) per una nuova dignità visiva e fruizionale all’intera zona;
- la Playa infine, in cui interviene il PUA (Piano Urbanistico attuativo – aree espositive, Golf, Parco del Mare, Isole Attrezzate, recupero della masserie, ecc.), promuovendo inoltre lo spostamento dei parcheggi e delle strutture fisse dei lidi a monte del viale Kennedy, lasciando libero il lato-mare attrezzato solo di impianti balneari essenziali e precari (auspicando in tal senso un’intesa con i titolari dei lidi), nel rispetto peraltro della disciplina vigente (vedi le Linee Guida Gestione Demanio Costiero regionale e il Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo di competenza dei comuni costieri)”.
“Questo è lo scenario, tanto immaginifico quanto reale in termini di progetti vigenti, di attuazioni avviate e di fattibilità tecniche e finanziarie. Ciò se Catania, città del mezzogiorno, non avesse le tre gravi carenze di capitali, di Partenariato Pubblico-Privato e di determinazione politica, le cui conseguenze più evidenti sono i tempi multidecennali delle realizzazioni e la plurale arretratezza in molti settori e aspetti della vita economica e sociale.
“L’Urbanistica è una scienza tecnica, giuridica e creativa, ed anche sociale. Si iscrive nell’idea della città del buon vivere, lungo una delle linee della ricerca della felicità. I catanesi negli anni ’60 se non felici erano ottimisti; poi sono seguiti quarant’anni di questa infelicità di specie, per promesse mancate e sogni infranti, nell’attesa, dubbiosa, del Rinascimento.
Alberto Pasqua