Mariella Lo Bello non è un arbitro. E’ l’assessore regionale alle Attività produttive. E’, quindi, l’autorità regionale preposta alla costituenda mega Camera di Commercio del SudEst che incorpora Catania, Siracusa e Ragusa. Per il controllo di questo mostro amministrativo è in gioco una vera e propria partita. C’è, però, chi ha deciso di partecipare seguendo le regole e chi, invece, sta…”falsificando i cartellini”. Le numerose e reiterate denunce di questa “partita truccata” sono state fatte dalle associazioni che hanno segnalato alla Lo Bello, nella qualità, che una delle due squadre schierate deve mettere a posto le carte e mettere lei nelle condizioni di poter arbitrare secondo trasparenza e legalità. Ed anche per evitare accuse di complicità e successive conseguenze.
Lungo è l’elenco delle anomalie, definiamole così, denunciate nel corso delle riunioni che si sono tenute a Catania nella sede della Legacoop ed all’hotel Nettuno.
• Sono emersi 17.030 casi nei quali una stessa impresa risulta aderente a più associazioni (in un caso addirittura a ben 5 associazioni). Ciò significherebbe che ciascuna di quelle imprese, in un periodo di forte crisi economica, avrebbe pagato (condizione per potere partecipare) la quota associativa all’organizzazione che l’ha inclusa nei propri elenchi. Cioè avrebbe dovuto pagare 2, 3, 4 o 5 quote associative.
• Sono emersi 8.934 casi nei quali si riscontra una duplicazione della stessa impresa con lievissime differenze negli indirizzi, ad esempio numeri civici consequenziali.
• Sono state prodotte oltre 150 dichiarazioni di disconoscimento da imprese che si sono ritrovate iscritte ad una associazione senza saperlo. In alcuni casi si è trattato di dirigenti di primo livello di alcune delle associazioni concorrenti. Questo dato numerico di oltre 150 imprese è enorme perché tali imprese sono state individuate tramite la consultazioni di elenchi molto parziali e solo sulla base della conoscenza diretta delle imprese. Quindi statisticamente il dato è enorme.
• Attraverso una anomala procedura dei “presunti” controlli del 100% degli elenchi, controlli fatti solo ad alcune associazioni e con criteri assai discutibili sono state tagliate 5.411 imprese ad uno schieramento a fronte addirittura di un incremento di 2 imprese (come è mai possibile che le imprese aumentino dopo i controlli?) all’altro schieramento. E’ bene specificare che tali tagli non derivano da irregolarità nelle singole posizioni ma dal fatto che le associazioni non hanno potuto consegnare i documenti richiesti a causa dei tempi concessi estremamente ridotti. Infatti paradossalmente sono stati assegnati 9 giorni lavorativi per consegnare la documentazione richiesta dai controlli sul campione del 5% (max 30 imprese), 21 giorni lavorativi per consegnare la documentazione relativa al campione del 30% e soli 5 giorni consecutivi (quindi compresi i festivi) per consegnare la documentazione relativa i controlli sul 100% delle imprese. Per dare un’idea se un’organizzazione associa 3.000 imprese doveva produrre la documentazione per 30 imprese in 9 giorni lavorativi, per 900 imprese in 21 giorni lavorativi e per 2.070 imprese in soli 5 giorni inclusi il sabato e la domenica.
• Anomalie nelle procedure che hanno comportato il taglio di ben 32.828 addetti ad uno schieramento (20.597 per la sostituzione dei dati dichiarati dalle associazioni con dati provenienti da archivi Infocamere non utilizzabili allo scopo per espressa dichiarazione della stessa Infocamere e ulteriori 12.231 in conseguenza dell’anomala procedura) a fronte del taglio di soli 4.147 (3.560 + 477) addetti ridotti all’altro schieramento.
• Esclusione dei settori di rilevante interesse per l’economia senza avere seguito la procedura indicata dal MISE dopo esplicito quesito formulato dal Commissario ad Acta
• Assenza dei principali requisiti stabiliti dalla legge sulla trasparenza (pubblicità delle operazioni, composizione delle commissioni, contestazioni agli interessati, ecc.) nelle procedure e nei controlli e inadeguatezza del sistema dei controlli adottato
Su questo complesso di anomalie è intervenuto con un documentato servizio tribupress (www.tribupress.it) che ha acquisito dichiarazioni di alcune grandi aziende di non appartenenza ad uno dei due schieramenti.