Pirandello ricordato ad Agrigento e Catania

Una mostra di scultura, pittura e grafica a S. Agata la vetere fino al 20 dicembre

mostra
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In occasione dell’ottantesimo anniversario della morte del drammaturgo Luigi Pirandello, “sulla nuda roccia” in contrada Caos, sotto l’urna cineraria contenente le ceneri dello scrittore Premio Nobel per la Letteratura, il sindaco di Agrigento ha deposto una corona di fiori ed ha anche annunciato che il prossimo anno si celebrerà l’anniversario dei 150 anni della nascita del grande scrittore siciliano, il più grande e moderno genio italiano degli ultimi anni.

L’attualità della lezione pirandelliana rivive nel teatro di Ionesco e Beckett e l’idea che un uomo, nato nel 1867 abbia potuto individuare e sin dalle sue prime opere un nucleo così moderno di temi, di problemi, di nodi, lascia senza fiato.

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Romanziere, novelliere, poeta e drammaturgo Pirandello ha segnato soprattutto la storia del teatro. Nelle sue commedie, in cui il realismo si mescola al fantastico, ha esplorato in modo brillantemente ossessivo la problematica dei ruoli sociali, dell’identità personale minacciata dallo sguardo degli altri, del riflesso reciproco del reale e del teatro, penetrando nelle zone indefinite dell’inconscio, dell’utopia e del mito.

Il 10 dicembre fa eco al 10 agosto di Pascoli e nel segno della morte canta la vita e celebra l’opera dello scrittore che aveva già solcato il sentiero del successo, pur con tutte le debolezze umane.
Molte opere di Pirandello, lui vivo, sono state adattate per il cinema e mentre il drammaturgo è intento a scrivere i dialoghi di un nuovo adattamento cinematografico del Fu Mattia Pascal, colpito da una polmonite, cessa di vivere.

Pirandello riprende i temi ed i modi del teatro dialettale. La Sicilia, con la sua società arretrata, il suo complesso d’isolamento, la sua difficoltà a sentirsi parte integrante di una nazione predominata dai continentali e dai settentrionali, appare come un luogo astratto, da cui l’autore fissa su l’uomo ed il mondo un lucido sguardo. Rivela la follia latente che sottende anche situazioni banali e che finisce per investire tutta l’esistenza, costantemente minacciata di diventare troppo coerente, troppo vera per essere reale.

Ogni protagonista è cosciente delle tensioni e conflitti – tra vecchiaia e giovinezza, ricchezza e sfruttamento, vitalità e potere – nei quali è implicato. Ogni ruolo sociale fissa per sempre l’individuo (persona) in un ruolo fittizio (personaggio); talora l’individuo per essere intimamente se stesso aderisce consapevolmente alla sua forma sociale, che è proprio quella in cui si sente chiuso come in una gabbia e paradossalmente, l’individuo sembra raggiungere la propria verità solo quando avverte tutto il peso della falsità dei rapporti impostigli dal vivere associato, della forma sociale in cui è chiuso.

Nel corso dei suoi ultimi anni, Pirandello abborda temi filosofici, che sviluppa nei “miti”, preannunciati nel 1925 dalla Sagra del signore della nave, dove una festa d’autunno diventa un’allegoria dei disordini della vita.

Il moto sociale lo induce a tratteggiare il tentativo di fondare una nuova società, nella quale si oppongono gli idealisti, i realistici e gli sciocchi, e dove l’ultima parola tocca alla fertile femminilità, portatrice di vita.

Nell’individuo e nella società sono all’opera delle forze contrastanti che sfociano spesso nel tragico. Le parole e l’arte di Pirandello, come scrive Piero Amenza, hanno trasmesso “il relativismo esistenziale, il pessimismo segreto del suo dramma familiare, il ritmo corrosivo dei suoi dialoghi che non lasciano scampo”.

mostra pirandello

L’inesistenza di una verità oggettiva, il moltiplicarsi delle verità a seconda dei punti di vista da cui si osservano le cose, la devastante incomunicabilità, la nevrosi che incombe su ogni essere umano, sono tutti registri che vibrano nell’opera pirandelliana e che l’arte cerca di tradurre in immagini, come hanno fatto alcuni artisti catanesi che si sono riuniti ed hanno dato spazio e voce al loro sentire attraverso le opere di scultura, pittura e grafica, esposte in una mostra nei locali di San’Agata La Vetere.

La mostra, che rimarrà aperta fino al 20 dicembre, offre alla Città l’occasione per commemorare lo scrittore, oltre che con le parole, anche con una riflessione sul potere simbolico delle arti visive, scommettendo sullo slittamento semiotico dalla scrittura al volume plastico della scultura, dalla parola all’immagine, dal segno ortografico al segno grafico tout court.

Padre Aresco, con i suoi novantenni ha accolto la proposta dei suoi ex ragazzi del Clan ed ha messo a disposizione alcuni locali, dove sono esposte le opere degli artisti aderenti al gruppo “ Il Nuovo Decumano” Maria Daniela Basile, Salvo Cansone, Rosalba Carlino, Valeria Cirino, Pina Cristaldi, Walter Gily, Orazio Grasso, Salvo Grimaldi, Nicolò Montalto, Mariella Sapienza, Gaetano Signorelli, Pietro Terzo.

La mostra dal titolo “Oltre le parole…” ha avuto il patrocinio del Rotary  Catania Nord e del Comune e l’assessore ai Saperi e alla Bellezza condivisa, Orazio Licandro, ha evidenziato come solo la cultura diventa arma di riscatto sociale e di reale promozione umana e parte proprio dal centro storico e dal quartiere San Cristoforo, dalla Via Plebiscito.

La ricorrenza dell’ottantesimo dell’autore siciliano diventa un’occasione d’incontro con Pirandello, dato che a scuola lo si studia in fretta e confusamente l’ultimo anno del liceo.
Si apre la via per un incontro e per un nuovo cammino di ricerca e di scoperta. Positivi saranno i frutti e i benefici nel consolidare l’analisi dell’umano e saperlo interpretare in tutte le sue mutazioni.

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