Enrico Guarneri è "avaro" con Patrizia Pellegrino

Enrico Guarneri, L'Avaro
Enrico Guarneri
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Dopo il successo de “I Malavoglia”, Enrico Guarneri torna in scena al Teatro ABC di Catania per il terzo appuntamento della stagione di prosa “Turi Ferro”. L’istrionico attore catanese, fino a domenica 18 dicembre, sarà il protagonista de “L’Avaro”, nella scoppiettante riscrittura di Antonello Capodici, firmata ABC Produzioni. Il regista siciliano, a distanza di diciotto anni da un primo, fortunatissimo allestimento, sempre con Guarneri mattatore assoluto, torna a rielaborare il capolavoro di Molière.

“Tutto il bagaglio comico che ha reso la prima edizione uno spettacolo “post quem” – spiega il regista –, almeno per il panorama del teatro isolano, è ancora interamente presente. I ritmi sono più veloci, naturalmente; i dialoghi più sintetici, gli slittamenti temporali e strutturali meno elaborati, meno complessi perché meno spiegati: sono le tendenze della scena di oggi. La velocità del pensiero, dell’intuito, della logica”.

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Antonello Capodici, ispirandosi ancora una volta liberamente al testo del grande commediografo francese, è riuscito nel difficile compito di restituire un ‘nuovo’ Arpagone, più moderno e quasi contemporaneo.

“L’epica della tirchieria – continua il regista – non lo soddisfa più. L’usura non lo diverte come lo divertiva un tempo. La tirannia, l’aridità, la crudele logica neo-capitalista diventano, nella sua applicazione, nient’altro che le piccole vanità dell’”amateur”, dell’appassionato dilettante. Ben altri sono gli “Arpagone” di oggi. E con ben altri strumenti”.

Si ride, ovviamente. E anche tanto. In un crescendo di gag, ‘calembours’, situazioni fisiche e ‘non-sense’ che punteggiano, senza sosta, i due atti dello spettacolo in cartellone nella stagione di prosa organizzata da ABC Produzioni.

Capodici, con una giocosa e bulimica variazione sul tema delle nevrosi umane, preme forte sul pedale del divertimento. Un aspetto preponderante anche nel prototipo che ispirò l’originale seicentesco.

Il personaggio del vecchio avaro è, infatti, uno dei caratteri tipici del teatro classico che si ritrova anche nell’”Aulularia” di Plauto. Come nell’opera del commediografo latino, il timore del protagonista di essere derubato e, in seguito, la consapevolezza del furto subìto, offrono l’innesco ad un’infinità di situazioni comiche.

È in questa complessità di circostanze e ritmi sincopati che un Enrico Guarneri straripante e ‘fisico’ esce vincitore dal confronto con tre grandi filoni narrativi: la tradizione del teatro siciliano di fine Ottocento, l’aspetto ‘bio-meccanico’ risalente alla Commedia dell’Arte e, infine, la novità, tutta personale, vagamente assimilabile al retaggio della Commedia all’Italiana.

enrico guarneri patrizia pellegrino
Enrico Guarneri e Patrizia Pellegrino

Al suo fianco Patrizia Pellegrino, più volte, dal 2010 ad oggi, affiatata compagna di scena. La sua Frosina è un’abile truffatrice bagnata in ‘salsa partenopea’; una sorta di ‘maîtresse’ descritta con il linguaggio di De Simone.

Oltre ad Enrico Guarneri (Arpagone) e Patrizia Pellegrino (Frosina), in scena ci saranno Vincenzo Volo (Freccia), Ilenia Maccarrone (Elisa), Rosario Marco Amato (Valerio), Giovanni Arezzo (Cleante), Pietro Barbaro (Don Anselmo), Ciccio Abela (Cuoco), Doriana Nobile (Marianna) e lo stesso Antonello Capodici (Commissario), che si è ritagliato un divertente cameo.

I costumi sono di Riccardo Cappello, mentre le scenografie di Salvo Manciagli, con girevoli e carrelli che viaggiano e ruotano a vista, assecondano il ritmo vertiginoso dello spettacolo. Svelando e nascondendo ambienti e stati d’animo, al suono trasversale di Mozart, Lele Marchitelli e Andrea Farri.

Quattro le rappresentazioni de “L’Avaro” in programma al teatro di via Pietro Mascagni, con due pomeridiane: sabato 17 (alle 17.30) e domenica 18 dicembre (alle 18).

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