Sequestrati 85 rapporti bancari , conti correnti, conti deposito, cassette di sicurezza, per oltre 19 milioni di euro, intestati o nella disponibilità di Sebastiano Scuto, Salvatore Michele Scuto, Rita Spina e Domenico Spina, nell’ambito di un’inchiesta sul crack della Aligrup s.p.a..
L’operazione, illustrata dal procuratore della repubblica Carmelo Zuccaro, affiancato dai sostituti del pool anticorruzione e di inchieste sugli affari economici e finanziari, nonché dal comandante provinciale della guardia di finanza di Catania, Roberto Manna, e dai suoi ufficiali, ha consentito di intercettare tempestivamente risorse economiche che con una serie di operazioni anomale, avrebbero depauperato la Aligrup, in amministrazione giudiziaria, a favore di altre ditte in qualche modo risalenti allo stesso gruppo imprenditoriale.
Peraltro, tre precedenti amministratori giudiziari (non quelli attuali, ha precisato il procuratore Zuccaro) sono stati immediatamente sospesi e sono indagati di concorso in bancarotta fraudolenta.
In particolare la bancarotta fraudolenta è stata possibile per una serie di reati di distrazione, dissipazione e occultamento di risorse finanziarie della Aligrup. Sostanzialmente i tre amministratori giudiziari, invece di operare a favore della Aligrup, avrebbero avvantaggiato e favorito altre società appartenenti o riconducibili alla famiglia Scuto.
In che modo? Ad esempio fornendo alla Fruttexport srl forniture a prezzi triplicati rispetto a quelli di mercato, con il risultato di impoverire l’Aligrup e far arricchire la società collegata. Analoghi comportamenti sono stati riscontrati nei rapporti commerciali con K&K srl e Global Service srl.
Ed ancora per sottrarre risorse sono state attivate operazioni immobiliari, sempre con altre società collegate.
Dovranno rispondere 9 persone del reato di bancarotta fraudolenta in concorso: Sebastiano Scuto, Salvatore Michele Scuto, Rita Spina, Domenico Spina ( tutti riconducibili alla famiglia Scuto) e Carmelo Frasca amministratore unico del Lanificio di Ragusa, Filippo Tomarchio, liquidatore di Deteritalia, e Salvatore Muscarà, Carmelo Lazzara e Angelo Giordano, amministratori giudiziari di Aligrup.
Alla domanda dei giornalisti se vi fossero indagati per corruzione, il procuratore Zuccaro ha precisato che nessuno è indagato per corruzione. Così pure, alla domanda se vi fosse coinvolto qualche magistrato (in riferimento a quanto accaduto a Palermo) il procuratore ha risposto che, nell’eventualità, se ne sarebbe occupata l’autorità giudiziaria di Messina.
Ovviamente i tre amministratori giudiziari, essendo cessato il rapporto fiduciario per il loro comportamento, non riceveranno più incarichi similari dai magistrati catanesi.
Dai dettagli della conferenza stampa è emerso un eccezionale lavoro di indagine, anche con l’ausilio di consulenze esterne, per vagliare l’enorme quantità di fatture, atti amministrativi, tenuto conto che si tratta di una società che ha un’attività per un ammontare di circa 150 milioni di euro.
Tempestività, quindi, in relazione alla complessa vicenda dell’Aligrup, ed anche professionalità della Guardia di Finanza e del gruppo di giovani magistrati del pool che si occupa di inchiesta finanziarie. Tutti non siciliani, quindi estranei a rapporti con il mondo economico e finanziario catanese. Eccellente scelta del procuratore Zuccaro.