Toccante cerimonia di devozione a S. Agata, patrona di Catania, nella chiesa a lei dedicata in piazza Cavour, quella che i catanesi chiamano piazza “buggu”. Al termine della messa delle 11,45, ha fatto l’ingresso un piccolo corteo che scortava la teca con il velo di S. Agata.
Il velo rosso, racchiuso in una teca d’argento con i lati in vetro, è stato oggetto da parte dei fedeli di una particolare devozione: il bacio della reliquia.
La chiesa venne costruita una prima volta nel 1669 dal vescovo Michelangelo Bonadies per l’assistenza spirituale ai profughi di Misterbianco, Malpasso e di altri casali dell’Etna che si erano rifugiati a Catania in seguito all’eruzione dello stesso anno che aveva distrutto i loro villaggi. In quella occasione, appunto, il quartiere prese il nome di borgo.
Ma purtroppo la prima chiesa non durò a lungo. Infatti il terremoto del 1693 la demolì. Ma i fedeli, a loro spese, la ricostruirono nel 1709 e la dedicarono a S. Agata. Tale circostanza è documentata da una lapide posta sul portale.
“A Dio Ottimo Massimo, dopo l’eruzione dell’Etna, insignita con nome trionfale di Agata , eretta con denaro pienamente offerto consacrata dall’antistide Carafa, distrutta dal terremoto, rivive con più magnificenza in perpetuo. Nell’anno del signore 1709”
C’è una seconda lapide sul prospetto che lega particolarmente questa chiesa al velo di S. Agata.
“D.O.M – Dinanzi a questo tempio – la mattina del 20 Xbre del 1908 – il popolo catanese – atterrito dal tremuoto – ignaro ancora della immane rovina – di Messina e di Reggio – raccolta intorno al velo di S. Agata – portato processionalmente – dall’arc. card. Gius. Francica Nava – proruppe in lacrime e in preghiere – e dallo scampato pericolo – trasse ardimenti di carità – che sopra i superstiti qui accorsi – largamente profuse”.
L’abside è di particolare suggestione. E’ infatti affrescata ad opera dell’acese Giovanni Lo Coco con scene del martirio di sant’Agata sulle pareti laterali: da sinistra si vede S. Agata prima ai piedi del suo carnefice, poi legata ad un palo. Sulla destra , esternamente, viene avvicinata al fuoco, mentre accanto subisce il martirio dell’estirpazione della mammella.
Sulla volta, invece, si trova affrescato il suo trionfo e dietro l’altare maggiore S. Agata con Dio padre.
Non è quindi un caso che per i festeggiamenti in onore di S.Agata il fercolo con il busto reliquiario della santa dal Duomo arrivi fino a piazza Cavour, proprio in onore suo e quì venga particolarmente festeggiata con fuochi d’artificio ed offerte di cerei votivi.