Rosario Crocetta è buon ultimo nella graduatoria dei governatori stilata da Il Sole 24ore. Per essere certo di non avere scalfito questo primato negativo, che già deteneva, è sceso di un altro 3,5 per cento, arrivando al 27 di gradimento. Tanti sono i i siciliani disposti, chissà perché, a riconfermarlo.
Probabilmente, diciamo noi, saranno non residenti o non avranno avuto niente a che fare con l’amministrazione regionale che non riesce a dare le risposte che i residenti, invece, vorrebbero: lavoro, investimenti, sanità più efficiente, infrastrutture adeguate ad un processo di sviluppo, snellimento della burocrazia.
Per non parlare della assoluta incapacità di sfruttare l’autonomia siciliana che spesso, ma la colpa è anche dell’ARS, diventa un ostacolo per l’alimentazione continua di un pantano dove galleggiano, come nella canoa polo, i deputati per darsi mazzate reciproche con i remi pur di non far vedere la luce a provvedimenti utili per la comunità e non solamente per le accolite di clienti, persone ed associazioni, che li incitano a dare loro prebende quasi sempre immeritate.
Cosa si aspettava Crocetta che, peraltro, si è autoricandidato alla presidenza della regione? E’ in zona retrocessione.
Per quel che riguarda i sindaci siciliani i più in alto in classifica sono Leoluca Orlando (Palermo) e Giovanni Ruvolo (Caltanissetta), al 30° posto.
Calogero Firetto (Agrigento) li segue al 43°.
Bisogna arrivare al 71° per trovare Enzo Bianco (Catania), Giancarlo Garozzo (Siracusa) e Maurizio Antonello Di Pietro (Enna).
Al 98° posto brillano Renato Accorinti (Messina) e Federico Piccitto (Ragusa).
In coda al 102° Vito Damiano (Trapani), battuto solo da Virginia Raggi (Roma) e Maria Rita Rossa (Alessandria).