Da Vittoria, uno dei Comuni più grossi a vocazione agricola della Sicilia Orientale, è partita la mobilitazione dei sindaci per chiedere maggiori tutele al governo nazionale e regionale per l’agricoltura locale messa a dura prova dalle recenti ondate di gelo che hanno distrutto le produzioni.
Lo scorso venerdì il primo cittadino della città ipparina Giovanni Moscato ha chiamato a raccolta i colleghi delle città della fascia trasformata (Caltagirone, Niscemi, Acate, Santa Croce Camerina, Comiso, Pachino, Licata, Gela e Ispica) per fare una richiesta congiunta dello stato di calamità naturale e delineare insieme strategie e azioni per richiedere interventi immediati a Roma e a Palermo.
Al termine del vertice tutti i sindaci hanno condiviso e sottoscritto un documento programmatico indirizzato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Politiche Agricole, al Presidente della Regione e all’Assessore Regionale all’Agricoltura.
“L’agricoltura dei Comuni siciliani – spiegano i sindaci al termine dell’incontro – è allo stremo. Le cause della crisi sono diverse e articolate: la concorrenza sleale di altri Paesi esteri, l’ingresso incontrollato di prodotti di scarsa qualità con prezzi minori, le frodi alimentari, l’aumento vertiginoso dei costi di produzione nonché la recente virosi ha messo in ginocchio l’intero settore. Ad acuire le difficoltà l’ondata di gelo che ha compromesso gran parte della produzione di quest’anno. Ora più che mai si avverte la necessità da parte dell’intero territorio di fare rete per richiedere risposte certe e immediate alle istituzioni regionali e nazionali. Per questa ragione nel documento che abbiamo sottoscritto congiuntamente abbiamo chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale e il rimpinguamento del relativo fondo come disciplinato dalla legge 102 del 2004″.
“Abbiamo altresì richiesto – conclude la nota – l’avvio di una interlocuzione più rapida e snella attraverso una conferenza Stato – Regione che metta al centro l’agricoltura e la risoluzione dei tanti nodi sul tappeto. Occorrono con urgenza misure straordinarie come la moratoria delle scadenze e dei pagamenti nei confronti degli istituti di credito e dell’Inps e il riconoscimento delle giornate lavorative perse dai lavoratori delle aziende e cooperative agricole. Serve un intervento serio e concreto. Le risposte debbono essere rapide perché non possiamo continuare ad assistere inermi alla disgregazione del nostro tessuto produttivo e sociale”.