Sebastiano Arcidiacono, vicepresidente vicario del consiglio comunale di Catania, prende lo spunto dalla vicenda Girlando per parlare del rapporto dell’amministrazione Bianco con la città e con il consiglio comunale.
“Se da una parte è giusto affidarsi alla magistratura per fare chiarezza sui fatti penalmente rilevanti e dare all’avv. Girlando la possibilità di difendersi fino all’ultimo grado di giudizio, – dice Arcidiacono in una lettera aperta – dall’altra è altrettanto doveroso esprimere sincera solidarietà ai lavoratori dell’impresa Simei vittime innocenti della mala amministrazione e forte apprezzamento nei confronti del collega Manlio Messina che non si è sottomesso alle presunte pressioni finalizzate a farlo rinunciare al suo ruolo di oppositore”.
“Non si può sottacere che i fatti giudiziari aprono in modo dirompente una questione politica e di agibilità democratica delle istituzioni ma anche una questione morale che non può essere elusa, anche solo per smentire il dubbio che sindaco e giunta, ma anche dirigenti e consulenti, condizionino l’attività dei singoli consiglieri e del consiglio comunale.
Quest’ultimo organo, piuttosto, è messo nelle condizioni di esercitare, secondo legge, il mandato elettorale oppure è stato relegato al ruolo di comparsa e di ratifica della volontà del Sindaco?
Sono note le proteste per i continui ingiustificabili ritardi nella consegna al consiglio della documentazione necessaria per l’esame e l’approvazione dei bilanci e dei documenti contabili;
il pressappochismo nelle proposte di riconoscimento dei debiti fuori bilancio;
l’approvazione volutamente fatta all’ultimo momento utile, del piano dei rifiuti;
la scarsa collaborazione offerta dall’amministrazione per l’accesso agli atti e alle informazioni dei consiglieri;
i pareri incredibilmente ambigui del collegio dei revisori dei Conti;
la perdurante opaca gestione della comunicazione e dell’accesso di estranei al sistema informatico del comune, più volte denunziata dallo stesso Manlio Messina.
Questi e altri elementi hanno reso il clima torbido, un contesto soffocante su cui la vicenda Girlando aggiunge un’ulteriore scia di veleni che rende ineludibile un chiarimento pubblico.
Anzitutto da parte del sindaco Bianco che non può ancora sfuggire a pronunciarsi sulle tante vicende che inficiano il buon andamento dell’attività politico-amministrativo del comune di Catania.
Da quasi quattro anni il Sindaco, infatti, si sottrae a un dibattito aperto e leale con il Consiglio comunale e a un colloquio diretto con la Città: quasi avesse rinunziato già al ruolo di primo cittadino a cui spetta la tutela e la garanzia dell’interesse generale ad avere servizi pubblici efficienti e istituzioni trasparenti per la crescita morale e civile di Catania”.
Sebastiano Arcidiacono