La voce dei vescovi siciliani su disabili, giovani e lavoro

Cesi 1-17
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La solidarietà della Chiesa a “tutti coloro che fanno fatica a mantenere la propria famiglia, che vivono nella disperazione per il dramma della disoccupazione”. E nei confronti dei giovani “esclusi dal futuro”. Ma anche “la preoccupazione e il rincrescimento” per il malcostume della corruzione e delle frodi, per le quali “la Sicilia risulta avere un primato negativo assoluto tra le regioni italiane”. E l’esortazione all’assessore regionale alla Famiglia perché nell’Isola organizzi “percorsi virtuosi a favore delle persone disabili”.

C’è tutto questo nel documento conclusivo della sessione invernale di lavori, della Conferenza episcopale siciliana. Riuniti a Palermo, i vescovi delle diciotto diocesi dell’Isola, al caso delle frodi, al tema del rapporto giovani-lavoro e alle persone con disabilità, dedicano espliciti richiami del documento adottato in conclusione

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Sul primo punto, con riferimento alla relazione annuale della Corte dei conti, rilevano che il malcostume, “non solo danneggia l’immagine dei siciliani onesti ma, soprattutto, mina i fondamenti dell’agire etico e rende problematici gli sforzi della parte sana della società”.

Riguardo ai giovani e al loro difficile rapporto con il mondo del lavoro, osservano che “sono molti i giovani che, dopo la fatica e l’impegno per conseguire una laurea, aver superato brillantemente esami di abilitazione o di idoneità e aver conseguito master e corsi di specializzazione, restano seduti sulle panchine in attesa di un ‘tram‘ che non passa. Un’attesa che umilia la loro intelligenza e che sopprime la fiducia verso le istituzioni”.

Sui disabili affermano il valore della “inclusione sociale”, auspicano che le autorità competenti siano “sempre più presenti e coinvolte” nella programmazione delle iniziative. E sollecitano servizi scolastici ed extrascolastici “più stabili e certi”

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