Saguto: "Vicenda Girlando, Bianco perché non parli?!"

palazzo elefanti, Catania
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Giovanni Saguto, presidente dell’Associazione commercianti di Catania, ed il vice direttore Francesco Sorbello di Confcommercio, scrivono”

“La vicenda Girlando – Comune di Catania emersa in questi giorni per essersi consumata, lo scorso anno, con grave, e forse irreparabile, danno per la ditta SIMEI, nostra associata, ci costringe a proporre all’opinione pubblica, ed agli addetti ai lavori, alcune considerazioni che abbiamo atteso ad esternare per aver voluto attendere il dibattito in Consiglio Comunale e la presa di posizione del Sindaco e, comunque, dell’amministrazione.

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In tal senso val la pena chiarire, ancora una volta, avendolo già fatto oltre un anno fa, i termini della questione:
a) Premesso che, non vogliamo in alcun modo proiettarci nella eventuale rilevanza penale della vicenda Girlando in quanto di competenza della magistratura, non possiamo, invece, sottacere sul fatto che essa abbia una triste rilevanza Etica e Politica;

b) L’amministrazione comunale di Catania – assessorato – uffici competenti e la componente politica – avrebbero dovuto fare “fosse con i piedi” per aiutare la ditta a recuperare il proprio credito piuttosto che, a quanto pare, “frenare”, per opera di qualcuno, sulla firma della transazione, in quanto:
b1) il debito nei confronti dell’ATI di cui faceva parte la SIMEI era certo, visto che gli uffici comunali certificarono che esso ammontava a circa 9 milioni di euro;
b2) si era a conoscenza che gran parte del credito sarebbe andato nelle casse della SIMEI che, di fatto, gestiva fattivamente la manutenzione dell’impianto di pubblica illuminazione;
b3) l’amministrazione era a conoscenza del fatto che esisteva un’istanza di fallimento a carico della SIMEI che, quindi, rischiava il fallimento per crediti. Un Paradosso!
b4) tutta l’amministrazione Bianco conosceva i termini della vicenda, visto che con delibera di Giunta fu autorizzata la firma della nuova transazione che avrebbe ridotto il debito comunale di circa il 50%;

c) La SIMEI avrebbe dovuto ottenere quanto legittimamente le spettava e non, eventualmente, ostacolata, specie perché rischiava il fallimento e ad essa erano legati ben 70 lavoratori;

d) Per aiutare la SIMEI andava fatta quantomeno un’anticipazione pari al 10/15% dell’importo della transazione ed in acconto ad essa, visto che il debito era certo e che la transazione era stata autorizzata dalla Giunta, si sarebbe evitato il fallimento

e) Paradossalmente, invece, con la classica enfasi mediatica dell’amministrazione Bianco, il 4 dicembre 2015 si annunciava l’accordo con la ditta Gemma per provvedere ad una efficace manutenzione dell’illuminazione pubblica: in quell’occasione Confcommercio ribadì che le disfunzioni erano dovute al mancato pagamento delle spettanze predette alla ATI e, quindi, alla SIMEI. Non c’era bisogno di alcun nuovo accordo ma di pagare i debiti! In quell’occasione la SIMEI si è trovata addirittura nella condizione del “cunnutu e vastuniatu”;

f) E’ di triste rilevanza etica e politica il silenzio del sindaco Bianco e dei leader provinciali dei partiti (PD ed Art 4) che lo sostengono. Forse non si rendono contro che è fallita un’azienda con 70 lavoratori che poteva essere salvata.
g) Irrilevante è stata la presa di posizione dell’assessore alla legalità in seno al Consiglio Comunale

Giovanni Saguto Presidente Associazione Commercianti Catania
Francesco Sorbello vice Direttore Provinciale Confcommercio

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