Sono stati oltre 60 i movimenti sismici registrati dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, a partire dalle 7.50 circa, sul versante Sud dell’Etna. A causa delle scosse, a scopo precauzionale, sono state evacuate le scuole a Ragalna, Nicolosi e Bronte, nel Catanese. Al momento non si registrano danni a persone o cose. “È uno sciame sismico etneo, un tipico rilascio energetico“, afferma Salvo Alparone, sismologo dell’Ingv.
La sequenza non si è ancora esaurita. Finora sono state cinque le scosse uguali o superiori a magnitudo 3: 3.2 (alle 09.15), 3.0 (09.51), 3.1 (10.44), 3.5 (10.51) e 3.2 (10.59). Sette terremoti hanno avuto una magnitudo compresa tra 2.1 e 2.8. L’ipocentro è stato localizzato a una profondità tra i 14 e 15 chilometri in territorio di Ragalna, nei pressi di monte San Leo. Una situazione che non impensierisce al momento gli esperti. “Quando si scatenano sciami del genere si verifica un numero elevato di scosse“, rassicura Alparone.
L’attività registrata da stamattina non è necessariamente collegata ai fenomeni stromboliani che in questi giorni si osservano sulla cima dell’Etna. Però, “in un contesto più generale, l’attività stromboliana e il rilascio di energia possono far pensare a una ripresa dell’attività interna“, afferma Alparone.
La decisione di evacuare alcune scuole “è una decisione presa dai singoli dirigenti“, prosegue lo studioso. Al momento, infatti, non risulta un’allerta della protezione civile. L’Ingv “rappresenta la parte scientifica di questa catena, noi forniamo i dati, la magnitudo e la località, e a quanto ci risulta la protezione civile non ha preso decisioni di evacuazioni“.