La dirigente scolastica del liceo classico Mario Cutelli, Elisa Colella, replica all’articolo pubblicato ieri dal titolo: “Foibe, al Cutelli di Catania “vietato” il ricordo e scoppia il caso”.
“Leggo con profondo rammarico accuse rivoltemi, accuse che mi vedrebbero attrice di un diniego alla commemorazione delle Foibe nella nostra Scuola. Strumentalizzare il ricordo è un atto indegno. Alla proposta di allestire una mostra, espressa da un nostro alunno, alla presenza del Direttore dei servizi e di alcuni docenti di questa scuola nella mia presidenza, ho risposto con chiaro apprezzamento offrendo agli studenti della nostra scuola l’opportunità di allestire una mostra storica nell’aula magna e di tenerla attiva per più giorni affinché, a turno, tutte le classi potessero visitarla guidati dai loro docenti di Storia. Ho quindi più volte sollecitato la presentazione del progetto esecutivo ed il coinvolgimento del Dipartimento di Storia e della nostra docente di Diritto, coordinatrice delle attività di Alternanza Scuola Lavoro. La richiesta di “autorizzazione spazio espositivo mostra fotografica 10 febbraio: io ricordo!” di allestimento della mostra da lunedì 6 a sabato 11, a firma esclusiva di un alunno, è arrivata sul mio tavolo solo martedì 7 febbraio! Vedere che il ricordo di un terribile eccidio possa essere strumentalizzato mediante trappole mediatiche eterodirette, mi fa comprendere la necessità di attivare interventi più mirati per potenziare le competenze dei nostri alunni e farne cittadini consapevoli e rispettosi della società che li circonda”.
La dirigente scolastica chiama ad impegnarsi come testimoni il direttore dei servizi ed alcuni docenti, tutti suoi subalterni, sulla veridicità di quanto affermato circa le modalità che avrebbero impedito l’effettuazione della mostra. Non c’era bisogno di arrivare a tanto. Avremmo sicuramente creduto alle sue affermazioni, certi della corrispondenza delle sue dichiarazioni a quanto accaduto nella stanza della sua presidenza. Chi svolge compiti dirigenziali deve mettere in conto che possa essere chiamato a rispondere dei suoi atti, siano giustificati o meno. E’, innanzitutto, una questione di stile.
Parlare, poi, di “trappole mediatiche eterodirette” ingigantisce una semplice modalità operativa di un giornale: quella di dare voce a chi ritiene di subire, da chi detiene posizioni di potere, un’ingiusta azione che, di fatto, non consente di esprimere opinioni, prese di posizione, che possono anche non essere condivise nel merito, ma che, in democrazia, hanno diritto di cittadinanza. Qualora, ovviamente, non siano espresse con violenza ed abbiano come scopo quello di far sapere all’opinione pubblica storie, situazioni, che per anni sono state occultate. E’ una mera questione di conoscenza per formare la coscienza.
Del resto, si replica, è l’obiettivo – non far dimenticare – che nei loro interventi (sostitutivi di quelli del capo dello Stato, Sergio Mattarella, che si trovava all’estero) hanno perseguito il presidente del Senato, magistrato Piero Grasso, e la presidente della Camera Laura Boldrini. Non crediamo che volessero strumentalizzare quel ricordo, ma piuttosto, invece, rendere giustizia alle vittime delle foibe.
Se l’obiettivo della dirigente Luisa Colella è lo stesso delle più alte cariche della nostra democrazia, laddove dichiara “di aver compreso la necessità di attivare interventi più mirati per potenziare le competenze dei nostri alunni e farne cittadini consapevoli e rispettosi della società che li circonda”, le auguriamo buon lavoro. Questo giornale ne darà la massima evidenza.
Probabilmente, per recuperare il rapporto con gli alunni che sono rimasti delusi e amareggiati per non aver potuto allestire la mostra, troverà le modalità più opportune, senza bisogno di testimoni. Non vi sono studenti di serie A e studenti di serie B sulla scorta di discriminazioni culturali, politiche, religiose e di razza.
Infine: il giornale ha il compito di evidenziare fatti, modalità, eventi che altrimenti resterebbero nascosti e “gestiti”. Aver pubblicato le proteste degli studenti rientra tra i suoi compiti e finalità, in democrazia. Così come ha il dovere di pubblicare le precisazioni di chi ritiene che determinate recriminazioni possano essere esagerate o parzialmente imprecise. Cosa che sta facendo in questo momento.