Undici persone indagate, accusate di avere “acquisito in modo diretto o indiretto la gestione e il controllo delle cooperative sociali presenti nel territorio di Mineo e di lavori e servizi pubblici affidati dal Comune alle cooperative sociali riconducibili all’ex presidente del consorzio Sol Calatino, Paolo Ragusa, nel periodo compreso tra l’ottobre 2013 e agosto 2015”, sono state rinviate a giudizio dalla Procura della Repubblica di Caltagirone, con provvedimento emesso dal pm Giuseppe Verzera e dal sostituto Anna Andreatta, a seguito di un’articolata attività di indagine condotta dai carabinieri e dalla polizia giudiziaria di Caltagirone. Il Gip ha fissato l’udienza per il prossimo 5 aprile.
Tra gli indagati, spicca il nome di Anna Aloisi, sindaco di Mineo, insieme a Paolo Ragusa, capo della lista ‘Uniti per Mineo’ e avente ruoli di vertice in diverse cooperative sociali. A questi si aggiungono un ex consigliere comunale, dirigenti e impiegati del Comune e alcuni dipendenti di cooperative che svolgevano prestazioni per conto di Ragusa.
I reati ipotizzati, a vario titolo, sono associazione a delinquere, concussione, corruzione, abuso d’ufficio e falso. Le indagini, svolte grazie all’utilizzo di attività tecniche e documentali, hanno avuto ad oggetto gli appalti per la gestione di strade e verde e di altri servizi all’interno e all’esterno del Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo, la struttura nella Piana di Catania che è il più grande Cara d’Europa con circa 2.500 migranti ospiti.
Questa della Procura di Caltagirone è una delle inchieste ‘satellite’ che ruotano attorno al Cara. Di quella sull’appalto principale sulla gestione del centro è titolare la Procura Distrettuale di Catania.