"Edipo re" ed "Edipo a Colono" con Mauri e Sturno al Teatro Verga

Roberto Sturno e Glauco Mauri
Roberto Sturno e Glauco Mauri
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A distanza di vent’anni la Compagnia Mauri Sturno ritorna a mettere in scena Edipo, unificando i due capolavori di Sofocle per analizzare più compiutamente un mito immortale nella traduzione di Dario Del Corno e affidando la regia a due diversi metteur en scene: il grande Glauco Mauri per Edipo a Colono e Andrea Baracco per Edipo Re. Due registi, due generazioni a confronto, esempio di collaborazione e di continuità, oltre che condizione indispensabile per il futuro del teatro.

Lo spettacolo, che approda a Catania ospite del Teatro Stabile, sarà alla sala Verga dal 22 al 30 aprile 2017.

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Edipo Re vedrà in scena Roberto Sturno nel ruolo del titolo, Glauco Mauri in quello di Tiresia, insieme a Ivan Alovisio (Coro), Roberto Manzi (Creonte), Laura Garofoli (Donna), Barbara Giordano (Giocasta), Mauro Mandolini (Uomo di Corinto), Paolo B. Vezzoso (Pastore di Laio), Laurence Mazzoni (Messo).

In Edipo a Colono agiranno Glauco Mauri (Edipo), Roberto Sturno (Messo), Barbara Giordano (Antigone), Roberto Manzi (Uomo di Colono), Laura Garofoli (Ismene), Laurence Mazzoni (Teseo), Mauro Mandolini (Creonte), Ivan Alovisio (Polinice).

Scene e costumi sono di Marta Crisolini Malatesta, le luci di Alberto Biondi; gli elementi sonori di Edipo Re di Giacomo Vezzani, le musiche Edipo a Colono di Germano Mazzocchetti, video di Luca Brinchi e Daniele Spanò. Una produzione Compagnia Mauri Sturno – Fondazione Teatro della Toscana.

Come sottolineano Andrea Baracco e Glauco Mauri: «Edipo Re e Edipo a Colono sono due capolavori fondamentali nella storia dell’uomo, per gli interrogativi che pongono alla mente e per la ricchezza di umanità e di poesia che ci donano. La storia di Edipo è la storia dell’UOMO, perché racchiude in sé tutta la storia del suo vivere. Edipo Re e Edipo a Colono sono due opere scritte in epoche diverse della vita di Sofocle ed è nell’accostamento di questi due grandi testi che poeticamente si esprime e compiutamente si racconta la “favola” di Edipo alla ricerca della verità. Alla fine del suo lungo cammino Edipo comprende se stesso, la luce e le tenebre che sono dentro di lui, ma afferma anche il diritto alla libera responsabilità del suo agire. Edipo è pronto ad accettare tutto quello che deve accadere ed è pronto a essere distrutto purché sia fatta luce. Solo nell’interrogarci comincia la dignità di essere uomini. È questo che Sofocle con la sua opera immortale dice a tutti noi. Convinti che il Teatro sia un’arte che può e deve servire “all’arte del vivere” affrontiamo queste due opere classiche per trovare nelle radici del nostro passato il nutrimento per comprendere il nostro presente, questo è il nostro impegno e il nostro desiderio».

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