Prove di scontro elettorale nel centro sinistra per la candidatura alla presidenza della regione siciliana che vede fronteggiarsi Faraone e Crocetta che debbono risolvere il dilemma “primarie sì primarie no” ed affrontare le forche caudine dei gazebo.
Parte all’attacco proprio il sottosegretario alla Salute: “Il rimpasto a sei mesi dal voto fa ridere i polli, l’esame del sangue sugli assessori per stabilire se sono con me e contro di me è un balletto che rappresenta il modo migliore per bruciare quello che è stato costruito con primarie. Il centrosinistra in passato ha saputo bruciare quanto ha costruito. Parlare di assessori, rimpasti, uscite da maggioranza è il trapassato. Siamo in campagna elettorale”.
E tanto per far capire chi detta le regole Davide Faraone comunica che a luglio si terranno le primarie di coalizione per la scelta del candidato alla presidenza della Regione.
“Non sosterrò mai una candidatura di Crocetta che non passi dalle primarie; se non vuole farle sono affari suoi. Crocetta dovrà verificare con i duecentomila elettori che ci aspettiamo partecipino, non con i vertici di maggioranza, la sua candidatura. L’unico strumento di selezione per la candidatura alla Presidenza della Regione sono gli stessi gazebo che si sono messi in piedi domenica scorsa. Chiunque voglia candidarsi deve passare da questo strumento di democrazia. Dobbiamo arrivare a 200mila siciliani in fila ai gazebo per scegliere i candidati”.
Alla domanda se lo stesso Faraone sarà il candidato che si contrapporrà a Crocetta alle primarie del centro sinistra, il sottosegretario ha risposto:“Ci sara’ sicuramente una candidatura che affermerà la presenza del Pd di Renzi che ha dato a questo partito una nuova prospettiva”.
E continua, per rafforzare il convincimento che è proprio dalle fila renziane che uscirà l’antagonista di Crocetta: “Bisogna riconoscere la centralità del lavoro fatto da Renzi. Il Pd era un partito che rischiava di diventare minoritario, come in Francia, è diventato invece protagonista. Questo è confermato dai sondaggi che ci danno proiezioni elevatissime”.
Circola anche il nome di Pietro Grasso, presidente del Senato, tra i possibili candidati
E conclude: “Quella scelta con le primarie è l’unica candidatura alla Presidenza della Regione siciliana “legittimata democraticamente”.
E segna marcatamente la differenza con gli altri partiti: “Il centrodestra ha provato a seguire la strada delle primarie salvo poi tirarsi indietro. Il M5s, invece, ha un candidato deciso a Roma da Grillo, ossia Giancarlo Cancelleri. I clic, una decina, serviranno solo per legittimare un candidato già scelto nella Capitale. Gli unici che lo sceglieranno con le primarie saremo noi”.