“Obiettivo non sono le Ong ma i trafficanti e alcune delle più recenti modalità del traffico che abbiamo registrato a Catania e stanno obiettivamente favorendo alcune Ong e quindi dobbiamo svolgere alcune indagini”.
Così il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro in audizione alla Commissione parlamentare Antimafia per approfondire anche il ruolo della criminalità organizzata nel traffico di migranti verso il nostro Paese.
Il procuratore di Catania riferisce quindi del fatto “molto grave” che ha riguardato un giovane migrante “ucciso a freddo”, il 5 maggio scorso, da un trafficante su una nave privata che ha sbarcato quasi 500 migranti in Sicilia, più la salma del giovane in oggetto.
Il giovane “è stato ucciso a freddo sul barcone poco prima di essere tratto in salvo” per non aver risposto all’ordine di togliersi il cappello, evidenzia Zuccaro. “Se invece di una privata”, su un mezzo di soccorso “ci fossero state unità della polizia giudiziaria, a quest’ora quei trafficanti che hanno sparato al giovane li avremmo già assicurati alla giustizia. Non sarebbero tornati impunemente in Libia”, sottolinea Zuccaro, a giudizio del quale serve quindi “un’azione più incisiva nei confronti dei trafficanti, autori di violenza inaudibile e del tutto gratuita”.
“Il soccorso ai migranti va fatto nel rispetto della legalita’: entrare nelle acque territoriali libiche e’ possibile solo in presenza di condizioni di pericolo, se no si fa agevolazione dell’immigrazione clandestina“.
“La gestione dei flussi non spetta alle Ong ma al legislatore: solo una percentuale molto bassa dei migranti che arrivano sulle nostre coste ottiene l’asilo, tutto il resto viene immesso necessariamente nel circuito dell’illegalita’ trasformando i migranti in vittime della tratta, dello sfruttamento, del caporalato”.
“Il rispetto della non invasione delle acque libiche costringerebbe i trafficanti a uscire allo scoperto e aiuterebbe la nostra attività di contrasto”.