Aste giudiziarie, tensione alle stelle in un’azienda agricola sulla Ragusa-Santa Croce: “I miei beni del valore di 980mila euro venduti per 163mila euro”

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RAGUSA – Rischia letteralmente di sfuggire di mano l’intricata vicenda delle aste giudiziarie che, anche in provincia di Ragusa, sta scompaginando, e in maniera seria, il tessuto sociale. Non passa settimana, ormai, senza che non si registri la vendita, in seguito a un’esecuzione forzata, di un immobile o di un terreno il cui valore è notevolmente ridotto, a causa della vendita all’asta per rifondere i debitori del proprietario, rispetto al prezzo reale. Una situazione che ha messo in moto decine e decine di speculatori. Nulla di illegale, almeno in apparenza, beninteso. Però l’impressione è che qualcuno, e su questo occorrerebbe che la magistratura indaghi ancora più a fondo di quanto abbia già fatto, stia forzando la mano. Con quali obiettivi è ben facile comprenderlo.

L’ultimo episodio si è verificato proprio nelle ultime ore, in contrada Mistretta, lungo la strada che da Ragusa conduce a Santa Croce Camerina. Destinatario dell’intervento l’ex proprietario dell’azienda, un 61enne di Ragusa, Salvatore Occhipinti, che si è visto vendere i propri beni, escluso il bestiame che rimane di sua proprietà, per un valore di 163mila euro quando, invece, il prezzo stimato avrebbe dovuto essere di circa 980mila euro. Teatro della vicenda la vasta proprietà comprensiva di terreni, stalle e casa per civile abitazione dove, sin dalle prime ore del mattino, si sono fiondati l’ufficiale giudiziario, le forze dell’ordine e gli avvocati delle due parti per dare esecuzione allo sfratto. Alla fine, dopo ore di trattative, è stato raggiunto un compromesso, vale a dire la proroga di un mese prima che l’azienda zootecnica sia consegnata al nuovo proprietario. La presenza delle forze dell’ordine ha contribuito a tenere tutto sotto controllo sebbene la tensione fosse ormai arrivata alle stelle. La proroga è stata concessa per dare all’ex proprietario la possibilità di trovare un custode di sua fiducia che si occupi degli animali e anche un posto in cui farli pascolare. Salvatore Occhipinti ha perso tutto per colpa della crisi economica cominciata nel 2012 a cui ha contribuito anche l’obbligo di abbattere numerosi capi bovini a causa della brucellosi. L’asta giudiziaria gli ha già portato via tre appartamenti del valore di 180mila euro venduti a 90mila e un appezzamento di terreno di 10 ettari del valore stimato di 180mila euro e venduto per 40mila.

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