“Caro Babbo Natale, di’ al corriere di fare presto”.
Anche quest’anno, c’è da votarsi agli spedizionieri per mettere i regali sotto l’albero in tempo per il rito della mattina del 25 dicembre. Cresce senza sosta, e con percentuali ancora a due zeri, il commercio online: stando alle previsioni di Coldiretti, per gli acquisti di Natale un ulteriore 16 per cento di italiani, rispetto al 2016, sceglierà i negozi virtuali. Un trend inarrestabile, che conferma il crescente gradimento per le transazioni a portata di click anche in un paese come l’Italia, in cui fino a qualche anno dominavano lo scetticismo rispetto all’uso della moneta elettronica e il timore di vedersi recapitare una macchina fotografica giocattolo anziché la Reflex dei propri sogni comprata su un portale web di elettronica a un prezzo assai competitivo.
“Una tale crescita dell’e-commerce in realtà è una conferma di quanto avviene già da qualche anno”, spiega Giovanni Pappalardo, presidente di Coldiretti Catania. Secondo le previsioni dell’associazione di categoria, per questo Natale ogni famiglia spenderà poco più di 500 euro: al primo posto, i regali, che eroderanno il 40 per cento del budget; seguono i consumi alimentari, la cui spesa è stimata intorno al 25 per cento.
Per pranzi e cenoni, i siciliani si tratteranno bene, privilegiando i prodotti del territorio. “Le nostre eccellenze agroalimentari stanno pian piano ‘invadendo’ tutte le tavole, anche quelle meno ricche – dice il presidente della Cia Sicilia Orientale, Giuseppe Di Silvestro -; acquistare prodotti di qualità non è più un lusso per pochi, perché si fa sempre più strada la volontà di mangiare bene, preferibilmente biologico e a chilometro zero”. Un’ esigenza di benessere e sicurezza, oltre che di gusto, che avrà voce anche in questo Natale e che sarà centrale persino in fatto di regali. Cresce infatti l’abitudine di donare specialità gastronomiche locali, che diventa così, grazie anche al packaging sempre più curato e accattivante scelto dai produttori, un modo nuovo per fare un regalo gradito, utile e da condividere nei giorni di festa.
“Il successo dell’esperienza dei Mercati del contadino – sottolinea Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia – è la prova del cambiamento dell’etica del consumo, che diventa consapevole e attento alla sostenibilità. I siciliani si fidano dei produttori locali, perché attraverso l’acquisto diretto si sentono tutelati e riscoprono il valore della tradizione”. Non solo frutta, verdura e prodotti caseari. Anche carne e pesce rigorosamente made in Sicily conquistano il gradimento dei consumatori, tornando protagonisti dopo periodi non proprio felici. “Gli scandali e le emergenze sanitarie legate alle carni, che negli anni scorsi hanno danneggiato il comparto, hanno avuto pesanti ricadute sulla fiducia nel settore. Per questo, anche sul fronte degli allevamenti abbiamo fatto un lavoro importante, riscoprendo razze autoctone a rischio estinzione”, conferma Giovanni Pappalardo. Ecco che persino il sempreverde caviale, il simbolo del lusso da portare in tavola per deliziare e stupire gli ospiti in attesa dell’arrivo dell’anno nuovo, non è più tanto “esotico” e soprattutto non parla cirillico: i siciliani preferiscono la bottarga e le uova degli storioni allevati lungo le coste dell’Isola. Per i vegani, le finte “uova” del Finger lime, la singolare varietà di limone con la polpa simile a lucide biglie compatte e vischiose, che dall’Australia recentemente è sbarcata nelle campagne di Favara. E i palati gourmet apprezzano.
Accanto al nuovo che avanza, un posto d’onore continuano a conservarlo le arance, frutto iconico delle tavole natalizie dei siciliani. Per l’agrume simbolo della Sicilia non è però un periodo facile, come sottolinea Giuseppe Di Silvestro: “Le previsioni non sono del tutto positive, sebbene il boom delle vendite si avrà solo tra Natale e Capodanno. Il virus della Tristeza sta decimando gli alberi,creando danni irreparabili a quello che è un patrimonio paesaggistico e culturale, e non solo agrumicolo, dell’intera Isola. La distribuzione del Tarocco è appena partita e la Cia della Sicilia Orientale resta fiduciosa, perché siamo impegnati da tempo in un’opera di valorizzazione e promozione dei nostri prodotti. E i buoni risultati che arrivano dall’export ci stanno dando ragione “.
Made in Sicily protagonista anche nei calici. Per accompagnare le robuste pietanze delle feste e brindare bene e a chilometro zero, il mercato dei vini locali offre ottime alternative a spumanti e prosecchi del Nord: Frappati spumantizzati, Chardonnay, Pinot neri. “Sia le aziende più importanti che quelle più piccole – spiega Francesco Ferreri – producono bollicine di alto livello, sebbene in Sicilia il territorio adatto a produzioni simili non sia poi così esteso. Buone, in questo senso, le performance dei vitigni terrazzati, per un’annata che è stata qualitativamente molto ricca”.
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