LINOSA – Quattro migranti, che insieme ad altre 26 si erano tuffate in mare di fronte Linosa, alla vista delle navi Potector e Monte Sperone, dal barcone strapiano (447 persone) sono morti. Lo hanno confermato alla squadra mobile di Ragusa i migranti che poi erano stati trasbordati sulle due navi e portati a Pozzallo.
Pare che all’arrivo vicino Linosa si sia avvicinata una motovedetta della Guardia Costiera. I migranti si aspettavano di essere soccorsi ma tale soccorso non è avvenuto subito perché nel frattempo vi era in corso uno scontro nazionale su chi dovesse accogliere queste donne, uomini e bambini. E loro si sono buttati nel tentativo di raggiungerla a nuoto. In 34 da due motovedette della Capitaneria di Porto ed una della Guardia di Finanza, sono stati ripresi dal mare. Ma secondo tre parenti di origine somale i quattro non sono riusciti a raggiungere l’imbarcazione di soccorso e che per questo si sono perse le loro tracce.
Al comandante e ai 10 componenti l’equipaggio di scafisti che pilotavano il barcone la Procura di Ragusa ha contestato il reato di morte come conseguenza di altro delitto oltre al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Gli 11 sono stati fermati. Secondo le prime indiscrezioni, l’equipaggio formato da libici, siriani, egiziani e tunisini, era di tipo professionale. Lo stesso comandante era già stato arrestato nel 2004 sempre per traffico di esseri umani. L’ipotesi è che dopo il blocco dei gommoni, i trafficanti, per non perdere i soldi estorti ai migranti per il viaggio, abbiano approntato alla svelta il barcone che, però, per essere guidato ha bisogno di mani esperte. E dunque sono dovuti salire a bordo i trafficanti.