CATANIA – A due giorni dalla denuncia del Codacons sulla mancata adozione di un nuovo Statuto da parte della Camera del Sud Est – con realativa diffida inoltrata al Ministero dello Sviluppo Economico e alla Regione Siciliana, con richiesta di scioglimento – nuove reazioni giungono dal mondo delle associazioni.
A sollevare la questione, nei giorni scorsi, era stata proprio l’associazione dei consumatori, che nella lettera al Mise aveva denunciato come “la mancata adozione dello Statuto da parte della Camera di Commercio integra una grave e persistente violazione di legge, rappresentando al contempo una circostanza preclusiva del normale funzionamento dell’ente, tale da legittimare […] lo scioglimento del consiglio camerale”.
Rilievi a cui il Presidente dell’Ente Pietro Agen aveva risposto dichiarando che la Super Camera disporrebbe di tre Statuti, quelli delle Camere accorpate, e che tra questi si farebbe riferimento per ragioni di “peso” a quello della vecchia Camera di Commercio di Catania. Una spiegazione che non ha convinto i rappresentanti delle associazioni, che nelle ultime ore sono tornati sulla vicenda chiedendo di fare luce rispetto alla denuncia del Codacons.
Tra questi il Presidente della Federazione Armatori Siciliani Fabio Micalizzi: “Abbiamo scritto al Ministro Di Maio, al Presidente Musumeci, ai Prefetti e ai Questori di Catania, Siracusa e Ragusa – dice Micalizzi ai microfoni di Hashtag Sicilia – riepilogando le vicende che hanno portato alla formazione del nuovo Ente, attraverso un accorpamento che ci vedeva contrari e che ci ha di fatto escluso dalla nuova Camera, e chiedendo di fare chiarezza sulla vicenda sollevata dal Codacons”.
Ma Micalizzi, oltre all’assenza dello Statuto, denuncia anche alcune deficienze dell’atto costitutivo della Camera del Sud Est: “Il Decreto del 5 settembre 2015, a nostro avviso, è uno strumento normativo insufficiente a istituire un nuovo Ente – spiega il presidente degli Armatori – Questa è la posizione che abbiamo sempre sostenuto, oggi con la vicenda sollevata da Codacons vediamo che i nodi vengono al pettine. Ci auguriamo che venga ripristinata al più presto una situazione di legittimità”.
Netta anche l’opinione del segretario della CNA di Siracusa Pippo Gianninoto: “L’accorpamento di diverse Camere di Commercio presuppone uno Statuto comune – dice il segretario – in prima battuta è plausibile che si adotti quello della Camera più grande, ma poiché la Camera del Sud Est è un Ente nuovo, serve uno Statuto nuovo per normare il funzionamento democratico di tutta l’area interessata. Occorre fare in modo che al più presto possa essere approvato, altrimenti non si può sfuggire al commissariamento”.
“La complessa procedura di accorpamento può avere portato dei rallentamenti – prosegue il segretario della CNA di Siracusa – ma oggi siamo fuori tempo massimo. C’è la necessità di uno Statuto adeguato alla gestione di un’area vasta come quella accorpata, in cui ci sono due sedi territoriali – Siracusa e Ragusa – che devono continuare a funzionare. Noi come CNA abbiamo avversato una riforma iniqua, che non ha migliorato ma peggiorato la situazione. Nella situazione attuale dobbiamo almeno pretendere uno Statuto che comprenda anche le indicazioni territoriali. Il tempo è scaduto, bisogna fare in fretta e condividere una prospettiva di programma futura”.
L’INTERROGAZIONE ARS – In seguito alla denuncia del Codacons la questione è approdata anche all’Assemblea Regionale Siciliana per iniziativa dell’onorevole Vincenzo Figuccia: “Ho letto le dichiarazioni del presidente Agen, il quale afferma che in realtà la Camera di Commercio avrebbe ben tre Statuti – dice Figuccia al nostro giornale – è chiaro che con la cessazione delle attività delle singole Camere di Catania, Siracusa e Ragusa e la nascita di un nuovo soggetto, i vecchi Statuti sono superati. Permangono dunque le perplessità sollevate dal Codacons, spero che il Presidente Musumeci e l’Assessore Turano intervengano al più presto”.
“Ricordo che il sistema delle Camere di Commercio, in passato, è stato oggetto di attenzione da parte di soggetti che coltivavano progetti criminosi – aggiunge Figuccia – E’ un organismo sul quale occorre vigilare, a partire dalla ridefinizione delle regole del gioco, che passano dallo Statuto. E’ quantomeno strano che nessuno finora abbia sollevato questo tema. Noi lo stiamo facendo, per ripristinare trasparenza e legittimità degli atti. Ci aspettiamo che questa nostra azioni determini dei risultati”.
Sul sospetto di strumentalizzazioni politiche avanzato dal presidente della Camera del Sud Est, infine, Figuccia è netto: “Io sono di Palermo, non ho interessi politici in Sicilia orientale – dice – io mi occupo di garantire i temi della trasparenza e della legalità. Nel Consiglio di Amministrazione dell’Ente ci sono diverse realtà, che rappresentando il tessuto economico e sociale siciliano devono sapere che c’è qualcuno dentro le Istituzioni che punta a tutelare quei diritti”.