Accoglienza, potenziamento dei servizi per MSNA: tre anni di progetto FAMI Hospes

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CATANIA – Realizzare la prima accoglienza e presa in carico complessiva dei Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA) giunti in Sicilia via mare fino al passaggio in strutture ad alta specializzazione accogliendoli e fornendo loro, oltre ai beni primari, accudimento e formazione per favorirne l’integrazione e l’autonomia personale e sociale. Questo il lavoro svolto in quasi tre anni di attività  del progetto Fami HoSpes, finanziato dal fondo FAMI del Ministero dell’Interno (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione 2014-2010), portato avanti dal Consorzio Il Nodo di Catania e la cooperativa Prospettiva, che dall’agosto 2016 hanno preso in carico 242 minori: 51 (Eritrea), 26 (Mali), 25 (Guinea Conakry), 22 (Gambia), 15 (Egitto),14 (Senegal), 12 (Somalia); di questi 65 SPRAR MSNA – gruppo neo maggiorenni per la maggioranza Catania ed Acireale e 30 SPRAR Adulti, tutti alloggiati in strutture ubicate al centro di Catania e in numero non superiore a 25 per casa.

Abbiamo lavorato per umanizzare i processi di accoglienzaquesto il commento di Fabrizio Sigona, presidente del Consorzio Il Nodo, e per creare un sistema di accoglienza organizzato e strutturato” per Glauco La Martina, presidente cooperativa Prospettiva, laddove un ambiente familiare e il supporto della comunità fanno la differenza per far vivere ipotesi alternative e nuove mappe possibili.

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Azioni concrete, ma anche piccoli gesti, che diventano simboli, come l’indossare sciarpe foulard di colore arancionead ogni evento pubblico (l’ultimo, lo scorso 25 marzo nell’aula magna dell’Istituto Superiore Fermi-Eredia di Catania in occasione del convegno conclusivo del progetto Fami Hospes). “È il colore della vitalità, fiducia in se stesso, dell’ottimismo e del buonumore”, spiega Fabrizio Sigona.

Un percorso triennale di integrazione innovativo che ha visto la fondamentale collaborazione di UNCHR, Save the Children, OIM, INMP, Garante Infanzia, Commissione parlamentare d’inchiesta per l’accoglienza dei migranti, il Ministero dell’Interno, con l’allora ministro Marco Minniti, e che è stato raccontato con diverse testimonianze nel corso della tavola rotonda “Chi ben inizia è a metà dell’opera, moderata da Gianni Fulvi, presidente del Coordinamento Nazionale Comunità Minori, “A Catania assistiamo ad una esperienza di eccellenza in Italia, Consorzio Il Nodo e cooperativa Prospettiva sono riusciti ad utilizzare al meglio i fondi FAMI, mettendosi al centro l’interesse del minore”, ha commentato Fulvi che non ha celato  neppure la preoccupazione per il futuro, considerato il nuovo orientamento  del Governo  “la speranza è che di questi progetti se ne possano vede altri ha detto – e che possano prevedere la questione delicata dei neo-maggiorenni il cui numero è crescente e su questi bisogna fare un buon investimento”. “Smantellare la rete che piano piano abbiamo costruito di accoglienza ordinaria, significa un ritorno all’accoglienza straordinaria e di emergenza con tutti i rischi che questo comporta”, ha aggiunto La Martina.

E poi ci sono le storie, quelle vere, quelle che danno senso  e speranza ad ogni sforzo organizzativo, come quella di Kamara Mohamed, che sogna ora di fare il produttore  che con Andrea Tringali ha raccontato l’esperienza dell’orto urbano, realizzato dal Consorzio Il Nodo nella sede di villa Santa Maria degli Angeli; o Sidibe Ibrahim che con  Davide Arena ha illustrato il suo percorso di autonomia e adesso  immagina di fare il pasticciere; e ancora Mansour Osama Younan Tafik , Diaby Aboubakar con i loro sogni di poter giocare nelle grandi  squadre di calcio, avviati all’attività grazie al progetto Futbolnet portato  avanti  con la  collaborazione della Fondazione del Barcelona Calcio. Altre storie anche quelle dei tutor, dei  responsabili delle specifiche attività: Hussein Salhi e Sanyang Ebrima hanno affrontato iltema della presa in carico sanitaria; Angela Pennisi e Marie Emmanuel Haba quello dei laboratori professionalizzanti come catalizzatori dell’acquisizione di competenze; E ancora, Giulia Tosto, Matubbar Shawon, Maria Vera Belfiore e ToureLarnine sono intervenuti sul tema dello strumento della multiculturalità; Silvio Indice e Kofoumba Fadiga il rapporto scuola e formazione; e infine, la responsabile del servizio Famiglia, Minori e Infanzia del comune di Catania, Lucia Leonardi, ha fornito un quadro locale dell’accoglienza. Al dibattito sono intervenuti anche l’assessore ai servizi sociali Giuseppe Lombardo, il dirigente scolastico Alfio Petrone eRocio Muniz Soler dell’UNCHR.

La giornata di studio è stata chiusa dal concerto del Global Integration Project della cooperativa sociale Pathos di Caulonia, in Calabria, un commuovente momento di canto e di gioia, con un’improvvisazione rap anche dell’Inno di Mameli. “Un progetto che parte dall’idea di usare la musica per l’integrazione dei ragazzi. All’inizio è stato difficile perché il presupposto era sbagliato – ha commentato il maestro Carlo Frascà – perché bisognava rompere gli schemi didattici e lasciarsi guidare da loro. I brani li abbiamo scritti partendo dalle loro vite, dai loro desideri, utilizzando i ritmi dei giovani, il rap, la musica bit tutto ciò che li muove e li commuove”.    

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