CATANIA – “Un convegno di grande qualità e rilevanza”. Queste le parole del presidente della Regione Nello Musumeci a margine dell’incontro di stamani, organizzato da Centro Studi Demetra, in collaborazione con SAC e con il sostegno di ENAC, Assaeroporti e della Regione siciliana, dal titolo “Il trasporto aereo nell’Europa delle regioni: la rete aeroportuale della Sicilia”.
“Un momento di confronto e di analisi – ha evidenziato il presidente Musumeci – su un argomento che sta a cuore all’intero popolo siciliano. Sin dal mio insediamento ho sostenuto che l’obiettivo del governo regionale sarebbe stato finalizzato a una gestione unitaria e omogenea degli aeroporti siciliani. Attualmente, tra Sicilia e isole minori, abbiamo sei scali con sei gestioni diverse: cosa che non accade da nessuna parte, frutto di un individualismo che fa a pugni con il mutato contesto internazionale organizzativo e finanziario, che vuole il sistema in rete. Noi riteniamo che la privatizzazione sia una necessità, non una scelta, con gli aeroporti che sono e restano beni pubblici. Ben venga l’investitore privato a portare risorse finanziarie in Sicilia, fa bene il pubblico a vigilare in maniera seria e costante e a controllarne la gestione in termini di trasparenza e di sviluppo. È bene – ha concluso il presidente della Regione – che il sistema aeroportuale non sia definito solo dalla geografia, ma da scelte concrete, unitarie e strategiche. Comiso e Catania non erano un sistema integrato. Più volte, ad esempio è stata manifestata la necessità di una loro gestione unica, così come cercheremo di perseguire per Palermo e Trapani. Abbiamo il dovere di farlo perché un aeroporto può essere funzionale ad un altro”.
E di funzionalità, sviluppo, rete e prospettive, si è parlato a lungo stamani, nel corso del partecipatissimo convegno all’interno dell’aula magna dell’Università di Catania. Numerosi e autorevoli i relatori che si sono avvicendati al tavolo, a cominciare dal padrone di casa, il rettore Francesco Basile. “Quello odierno – ha detto – è un convegno di rilevanza notevole. Credo che dal nostro apporto sia nata e possa ancora nascere qualcosa di positivo per lo sviluppo del territorio. Bisogna che gli enti e l’Ateneo facciano rete: il sistema delle infrastrutture può rappresentare un spazio occupazionale importante ai nostri laureati, che metteranno così a disposizione del territorio le loro competenze”.
Dopo l’intervento dell’assessore comunale alle infrastrutture, Pippo Arcidiacono, che ha voluto evidenziare “la massima attenzione sulla mobilità nel suo complesso affinché la nostra terra possa spiccare il volo”, è stata la volta di Pietro Agen, presidente della Camera di Commercio del Sud-est Sicilia, che ha annunciato l’acquisto da parte di SAC dell’intero pacchetto azionario di Intersac, azionista di maggioranza dell’aeroporto “Pio La Torre” di Comiso. “È una buona notizia: un passo avanti per la rete aeroportuale – ha detto – un’operazione trasparente e un grande balzo in avanti. Viviamo un momento di cambiamento epocale: non ci facciamo colonizzare, ma stiamo solo facendo squadra. O cogliamo queste opportunità o siamo condannati alla marginalità. Ho avuto la fortuna di trovare a Catania una governance dell’aeroporto coesa, e soci ancora più coesi: tutti vanno verso l’opzione di cessione del pacchetto di maggioranza. La Sicilia non cresce senza investimenti e il sistema aeroportuale sud-est può diventare la Fiat della Sicilia”.
Aspetto, quello della crescita territoriale, sottolineato anche dalla presidente SAC, Daniela Baglieri. “L’acquisizione della quota di Intersac è un passo decisivo per la costituzione della rete aeroportuale, asset fondamentale anche per la futura privatizzazione e per la crescita di due territori, oltre che delle infrastrutture – ha affermato. Finalmente possiamo parlare di sistema aeroportuale del Sudest e mi auguro che questo possa essere realizzato presto. Fare sistema significa anche unica tariffazione, valorizzazione dei territori e delle relative vocazioni”.
A entrare maggiormente nel dettaglio della crescita del settore aereo e delle positive ricadute in termini occupazionali è stato Alessio Quaranta, direttore generale ENAC. “L’Italia ha una forte attrattiva turistica e questo fa sì che il traffico aereo cresca a ritmi vertiginosi, registrando circa 180 milioni di passeggeri ogni anno – ha evidenziato. Consideriamo che ogni milione di passeggeri porta un indotto di circa mille posti di lavoro nel settore, che arrivano a 4800 se si considera tutto l’indotto. Ovviamente, la crescita impetuosa del traffico aereo porta all’estrema necessità di adeguare le infrastrutture attraverso investimenti massicci. Abbiamo quindi bisogno di strutture aeroportuali moderne all’altezza delle nuove sfide e delle prospettive di sviluppo. Nel piano aeroportuale ENAC è già prevista l’aggregazione di strutture regionali e interregionali. In quest’ottica, l’acquisizione da parte dell’aeroporto di Catania delle quote di Comiso è un passo fondamentale”.
“Dopo un anno e tre mesi – ha commentato Silvio Meli, presidente dell’aeroporto di Comiso – finalmente, interagiamo con un nuovo socio di maggioranza, che ha tutte le carte in regola per rilanciare, insieme al comune di Comiso, lo scalo aeroportuale. Tutto il territorio guarda con favore a questa operazione che sicuramente porterà numerosi vantaggi”.
Un grande plauso agli organizzatori da Assaeroporti, rappresentata da Fulvio Cavalleri, vicepresidente e Valentina Lener, Direttore generale. “L’auspicio è di realizzare la rete aeroportuale tra Catania e Comiso – ha dichiarato Cavalleri: le esigenze del territorio premono e il mondo non ci aspetta. Consideriamo che, in vent’anni, i passeggeri sono quintuplicati. Nel 2000, in Italia, erano 39 milioni e oggi siamo arrivati a 180 milioni”. “Assaeroporti è finalizzata a stimolare la pubblica amministrazione – ha aggiunto Lener – a sburocratizzare e a snellire le procedure. Catania e Comiso hanno fatto sistema già molte volte durante le emergenze Etna, dimostrando una capacità non indifferente di collaborare”.
Di privatizzazione vantaggiosa ha parlato Mario Sebastiani, presidente di SIPoTra. “La presenza di privati finanziariamente forti e industrialmente preparati, può aiutare molto le reti aeroportuali anche per quanto riguarda la flessibilità tariffaria e l’incentivazione di nuove rotte”.
Anche Vito Riggio, presidente di Assohandler e consulente del governo regionale per il trasporto aereo, si è soffermato sulla necessità di intercettare capitali privati, gli unici che possono sostenere economicamente le necessità delle strutture aeroportuali, con investimenti cospicui e certi. “Credo che aprire gli aeroporti, come del resto le altre strutture, a un’integrazione tra pubblico e privato, e avvalersi di competenze finanziarie e industriali, sia di interesse per la crescita della Sicilia – ha affermato. Se l’Isola resta chiusa non avrà prospettive, perché per fare una serie di investimenti che reggano i flussi crescenti di traffico, occorrono risorse finanziarie che gli enti pubblici non hanno più. È bene che gli aeroporti proseguano nel percorso già avviato: le strutture sono pubbliche e restano pubbliche, dello Stato; è la gestione a diventare privata”.
Le conclusioni del convegno sono state affidate a Nicola Zaccheo, presidente di ENAC e all’amministratore delegato di SAC, Nico Torrisi. “Sono felice che la mia prima uscita ufficiale da presidente ENAC fuori Roma sia stata a Catania, in un territorio dalle grandissime potenzialità. – ha commentato Zaccheo, L’ambiente aeroportuale italiano vive un grande momento di vitalità, nonostante la congiuntura economica negativa; la crescita dei passeggeri su base annua è stata del 5,8 per cento, molto superiore a quella del resto d’Europa. Volevo evidenziare come il polo Catania – Palermo sia il terzo in Italia dopo Roma e Milano”. E in relazione alla privatizzazione: “L’Ente agisce da autorità di certificazione e vigilanza, senza preclusioni, purché tutto sia svolto in accordo con normative vigenti. Resta fondamentale la rete infrastrutturale e non possiamo negare che la Sicilia sia svantaggiata da questo punto di vista. I collegamenti sono imprescindibili: chissà se le reti aeroportuali potranno dare un input in questo senso. Quanto sta accadendo è utile per la Sicilia per rivendicare il suo ruolo non solo all’interno del sistema Italia, ed ENAC è pronto a fare la propria parte”.
Nico Torrisi si è soffermato invece sulla continuità rappresentata sia dall’acquisizione delle quote di Intersac che dall’avvio del percorso di cessione delle quote ai privati, e del lavoro messo in atto per accelerare entrambi i percorsi. “Abbiamo ereditato molti ritardi – di cui non abbiamo colpa – ha spiegato – e abbiamo cercato, in collaborazione con ENAC, con cui condividiamo ogni decisione, di dare vita a un tavolo permanente per studiare migliori soluzioni per il futuro e per lo sviluppo dell’aeroporto. Che – ha precisato – gode di ottima salute. e ha ottimi margini di crescita. Non abbiamo necessità di vendere quindi non svenderemo”.
L’AD SAC, ha poi parlato di alcuni importanti investimenti relativi all’aeroporto di Catania, come la possibilità, di cui si sta discutendo, di realizzare ex novo il terminal B, al posto della vecchia aerostazione. “Stiamo valutando una soluzione da proporre ad ENAC, con cui si valuterà necessariamente e opportunamente qualsiasi scelta. Ma sono previsti anche altri interventi. Stiamo lavorando sull’accessibilità del nostro aeroporto: infatti abbiamo chiesto al sindaco di poter raddoppiare le carreggiate. Stiamo per realizzare 1600 nuovi stalli, completando in anticipo sui tempi, gli investimenti per il parcheggio a raso e per quello multipiano”.
Prima di rassicurare sul futuro occupazionale di chi lavora nello scalo, in vista della cessione di parte delle quote ai privati, “Da questa operazione non ci sarà macelleria sociale, lo garantisco”.
Il convegno è stato moderato e animato da Pierluigi Di Palma, direttore del Centro Studi Demetra, che si è dichiarato soddisfatto dell’esito dell’iniziativa. “La giornata di oggi è stata pensata per discutere della crescita e dello sviluppo dei territori attraverso il potenziamento e la messa in rete delle strutture aeroportuali – ha detto. Lo scalo di Catania è sicuramente destinato, in proporzione, a crescere più degli altri. Ed è per questo che abbiamo deciso di puntare i riflettori sulla città etnea e sul percorso avviato, con fatica ma con successo, con Comiso per rendere finalmente operativo il sistema tra i due aeroporti”.
Al convegno è intervenuto anche l’assessore regionale alle infrastrutture, Marco Falcone. “Per avere una visione di sviluppo globale della Sicilia bisogna indubbiamente partire dagli aeroporti – ha dichiarato. È necessario sviluppare intermodalità e favorire spostamento dei siciliani attraverso il miglioramento e il potenziamento delle infrastrutture. Un settore al quale il governo Musumeci si è sin da subito dedicato, dando un’accelerata ad alcuni cantieri, come ad esempio quello relativo all’allargamento dello svincolo Bicocca che faciliterà in maniera consistente l’accessibilità all’aeroporti di Catania”.