Con la tappa di oggi continua il nostro appuntamento con la rubrica Appunti di Viaggio, un tour nei borghi più caratteristici della Sicilia per far conoscere le eccellenze ambientali ed imprenditoriali del nostro territorio, e scoprire l’impatto che ha avuto l’epidemia sulle popolazioni locali.
Questa terza puntata del format targato #HashtagSicilia ci porta a Linguaglossa, un antico borgo alle pendici dell’Etna di poco più di 5mila abitanti; famoso per le varie Spa che ospita, e per la stazione Sciistica di Piano Provenzana – l’unico posto al mondo nel quale si può osservare il mar ionio… sciando!
Il paese ci accoglie con il vocio allegro dei ragazzini che giocano in una delle prime piazze che si incontrano salendo da Piedimonte Etneo; si fa trovare “indaffarato”, con molti abitanti del luogo intenti a fare gli ultimi acquisti e in vista della Santa Pasqua.
Ebbene sì, noi siamo andati lì proprio il giorno prima della domenica di Pasqua, ed escludendo il flusso gioioso della vita degli abitanti del luogo, non abbiamo però riscontrato la presenza di altri visitatori.
Ciò è andato in contrasto con i nostri ricordi, perché sicuramente rammentiamo tutti il modo in cui i Turisti nei fine settimana affollavano questo piccolo paesino, e lo riempivano dei loro accenti tipici provenienti da tutta l’isola.
C’era chi arrivava per sciare, chi per fare provviste di formaggi e carni prelibate, in particolare di salsicce (rigorosamente lavorate al ceppo); e coloro che arrivavano per visitare una delle diciotto chiese del paese, o per ammirare i cinquanta murales realizzati da 24 artisti, sparsi tra i tanti vicoli e vicoletti del paesino.
Altri ancora per visitare il museo della Pro Loco, o il museo d’arte “Messina incorpora”, o il pino più grande dell’Etna – denominato “u zuppinazzu”, oppure il parco antropologico Lemandre dove ci sono sparsi tra gli antichi muri a secco vegetazioni dove si ode il cinguettio degli uccelli.
Insomma, Linguaglossa dimostra di esser un paese indissolubilmente legato all’Etna, ed intriso di cultura siciliana. Come conferma anche la leggenda che lo vede scampato alla minaccia della lava nel 1566, si dice per mano di Sant’Egidio Abate, che grazie al suo talismano potente, un bastone d’argento, avrebbe arrestato il flusso del magma.
Ma se la storia, il folklore, le ricchezze del luogo rimangono, a mancare adesso – per via del periodo di pandemia – è chi dovrebbe poter avere la possibilità di ammirarle ed assaporarle in prima persona, possibilmente sul posto!
In un contesto del genere ci sono però realtà che si sono fatte in qualche modo “portavoci” di queste ricchezze, e che continuano, nonostante le difficoltà del periodo – e chiaramente seguendo tutti i protocolli – la loro missione di portarle a quante più persone possibili.
Un esempio di ciò è rappresentato dall’azienda “Bio Italy Nature”, un’eccellenza del territorio nel campo della lavorazione della frutta secca, che ha la sua sede operativa proprio a Linguaglossa.
Qui nel regno delle nocciole, delle mandorle, delle noci e del celeberrimo pistacchio di Bronte abbiamo ascoltato i figli del titolare, il dottor Salvatore Comodo.
Ci hanno parlato del loro modo di portare sulle tavole di tutti gli eccezionali prodotti della nostra terra, invidiati in tutto il mondo, e del modo in cui hanno affrontato questo periodo di pandemia, tra le nuove sfide e le difficoltà di sempre.
Curiosi? Non perdetevi il nostro video-documentario di oggi. Appuntamento a questa sera in prima visione assoluta alle ore 20.00 sulla nostra WebTv, sui canali social Facebook, Youtube e IGTV. Non mancate!