La deputata del gruppo Misto ha presentato una interrogazione nella Ottava Commissione della Camera (Ambiente, territorio e lavori pubblici) per chiedere un intervento del ministro dei Beni Culturali in merito alla costruzione sorta all’interno della Timpa di Leucatia e che, a seguito delle denunce del consigliere del Movimento Cinque Stelle, è stata bloccata nell’avanzamento dei lavori dal Comune.
“La Timpa di Leucatia è un’area di grandissimo interesse paesaggistico, naturalistico e archeologico e vedere colate di cemento all’interno di un sito che, invece, andrebbe protetto e preservato è qualcosa di inaccettabile e che va assolutamente approfondito”.
“Bene hanno fatto cittadini e associazioni a chiedere chiarimenti e altrettanto bene ha fatto il consigliere Bonaccorsi a sollevare il caso, chiedendo tutti i documenti autorizzativi. Proprio l’iter di autorizzazioni appare oscuro, in quanto i documenti non sarebbero nella disponibilità del Comune a seguito di un sequestro per un precedente procedimento penale”.
“In attesa che si faccia chiarezza – prosegue Suriano – ho chiesto al ministro dei Beni Culturali di far luce attraverso la Regione Siciliana sull’iter di approvazione da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali e per l’apposizione del vincolo paesaggistico”.
“Allo stesso modo ho chiesto al Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, visto il totale silenzio sulla vicenda da parte di chi amministra, se intenda attivarsi affinché la Timpa di Leucatia venga maggiormente tutelata all’interno della Strategia Nazionale del Verde Urbano”.
“Con le denunce effettuate – conclude il consigliere comunale di Catania Graziano Bonaccorsi – abbiamo raggiunto il primo obiettivo dello stop ai lavori. Attendiamo ancora i documenti autorizzativi per capire come sia stato possibile edificare in un’area con diversi vincoli. Si tratta di un fatto gravissimo e sorprende il silenzio assordante della politica locale: l’amministrazione, il sindaco e l’assessore all’Urbanistica non hanno detto una parola su una vicenda molto grave. In campagna elettorale tutti parlano di difesa del territorio ma nei fatti nessuno dà seguito alle promesse, come abbiamo visto. Nel caso i lavori dovessero essere fermati in maniera permanente ci auguriamo che non resti in piedi l’ennesimo scheletro di cemento all’interno di un’area di pregio storico e ambientale: di eco mostri la Sicilia ne ha già abbastanza”