Catania, 9 settembre 2021 – Aiutare le giovani donne e i giovani uomini afghani a non abbandonare i propri progetti sul futuro: è questo l’obiettivo dei corridoi umanitari universitari avviati dalla Fondazione Ymca Italia ETS in sinergia con UNHCR.
Un progetto nato all’indomani del ritiro delle truppe USA dall’Afghanistan. Una nuova emergenza umanitaria con oltre 500.000 profughi pronti a partire per sfuggire al regime dei talebani. Tra questi, tantissimi studenti e soprattutto tantissime studentesse cui il sistema universitario sarebbe certamente precluso.
La Fondazione YMCA Italia, da sempre impegnata nella programmazione di corsi universitari e di alta formazione nel campo della gestione delle emergenze e nel global governance, è quindi in prima linea nella creazione di un corridoio umanitario che consenta il passaggio di civili profughi accompagnati verso la speranza concreta in un futuro protetto di accoglienza e inclusione.
Con questo obiettivo, la Fondazione Ymca Italia Ets ha avviato un tavolo di concertazione non solo con l’UNHCR da subito aperto e disponibile, ma anche con altri enti che stanno manifestando la loro disponibilità nel reperire i fondi necessari per garantire le borse di studio universitarie e di post laurea che consentiranno agli studenti e alle studentesse afghane di proseguire la loro formazione nel nostro paese.
Sede privilegiata il Campus Universitario Ymca di Catania che, già in contatto con il Campus di Berlino, darebbe la possibilità ai ragazzi di seguire un percorso formativo fatto di lezioni e conferenze in presenza ma anche on – line con numerosi docenti nazionali ed esteri.
La Fondazione Ymca Italia Ets si è posta come missione quella dell’alta formazione ed è già da anni impegnata nel progetto formativo universitario in Global Governance del Mediterraneo per il Management delle emergenze legato alla Facoltà di Economia che ha trovato nell’Università Telematica Uninettuno il partner ideale.
La Fondazione Ymca avvierà ulteriori iniziative di inclusione universitaria per accogliere anche altri rifugiati che ancora oggi stazionano nei campi profughi dei Balcani.