Pane capovolto: tra storia, religione e credenze centenarie. Cena di famiglia, tutto perfetto ma il pane caldo e fragrante è al contrario! Il pane capovolto nella tradizione popolare è da decenni simbolo di sfortuna, credenza che affonda le sue radici nel lontano Quattrocento. All’epoca, in Francia, i giustizieri non erano ben visti dalla popolazione, in un periodo di monarchie assolute basate sulla totale mancanza di libertà. L’apice dell’avversione contro i boia venne raggiunto quando i fornai si rifiutarono di vendere loro il pane, basico per l’alimentazione povera. Sul trono di Francia, sedeva, allora, Re Carlo ottavo, preoccupato per la ribellione dei fornai e per la nutrizione dei “carnefici statali”, impose loro una tassa in natura che consisteva nel riservare una determinata quantità di pane ai boia, dovettero obbedire controvoglia, minacciati di finire loro nelle mani dei giustizieri. In segno di dissenso per la preparazione di questo pane utilizzarono materie prime di scarto e inoltre per separarlo dal pane da vendere, veniva da loro capovolto. I motivi che fanno del pane al contrario un simbolo di cattiva sorte non terminano qui! Sappiamo bene, come in particolare, in Italia, a causa, sicuramente, anche della presenza del Vaticano, la religione nonostante lo stato sia formalmente laico abbia un forte influsso. Il pane, infatti è simbolo di comunità cristiana, che si riunisce attorno a Gesù Cristo, rappresenta il suo corpo, di conseguenza metterlo capovolto significherebbe mettere Cristo a testa in giù, nella simbologia ecclesiastica inoltre ciò che è posto al contrario, è simbolo del maligno, del demonio come ad esempio la croce rovesciata. Qualsiasi significato ognuno di noi dia a questo gesto, vedere la croccantezza che si fa strada nella forma di pane non ha prezzo e non esiste nessuna superstizione che tenga, quindi… buon appetito e non dimenticate di mettere il pane sulle vostre tavole.
Curiosità: il "pane capovolto" tra storia, religione e credenze centenarie
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