Zona industriale Catania, Pappalardo, Fismic: "Lavoratori rischiano la propria incolumità. Allagamenti e transito interrotto"

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“I lavoratori della zona industriale di Catania stanno affrontando rischi enormi per la propria incolumità e per quella altrui. Le condizioni atmosferiche di questi giorni rappresentano certamente un evento straordinario, ma non è la prima volta che si verificano condizioni di estremo disagio in questa zona di Catania e nonostante le piogge insistenti e abbondanti i lavoratori devono raggiungere i propri posti di lavoro e dal proprio posto di lavoro devono raggiungere le abitazioni. È assurdo dovere mettere a rischio la propria vita pur di lavorare. Tutto ciò è inaccettabile. La sicurezza deve rappresentare per tutti una condizione ed un valore imprescindibile”. Non usa mezzi termini Saro Pappalardo, segretario generale Fismic Catania per manifestare il suo dissenso ma anche la sua preoccupazione.
“Per l’ennesima volta la zona industriale è completamente allagata e a pagarne le conseguenze sono tutti, lavoratori, imprese e prospettive di un intero territorio. Come si può pensare di attrarre nuovi investimenti con situazioni come queste?”, si chiede il segretario generale Fismic. Pappalardo chiede una soluzione seria e definitiva nonché condivisa anche alla luce dell’arrivo delle risorse del Pnrr, utili per mettere in sicurezza l’intera area e rendere attrattivo il territorio. “Ci si sieda tutti intorno ad un tavolo istituzionale per trovare le giuste soluzioni evitando che qualcuno ci debba per forza rimettere”, afferma.
La situazione è difficile e ancora una volta la scelta è rischiare la vita o perdere lavoro e denaro. “In queste ore – spiega Pappalardo – ci ritroviamo ad affrontare situazioni secondo le quali da un lato le imprese dovrebbero chiudere i reparti produttivi ed accollarsi le perdite di produzione, dall’altro i lavoratori di queste imprese, non avendo la possibilità di essere coperti con la cassa integrazione guadagni ordinaria, sono costretti a correre rischi enormi per potere recarsi sul posto di lavoro”.
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