Manovra di Bilancio: tante novità e tanti delusi, ma la partita è ancora aperta

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La Legge di Bilancio approvata nell’ultima riunione del consiglio dei ministri, salita nella stesura finale da 22 a 30 miliardi, oltre a destinare 12 miliardi alla riduzione delle tasse, contiene anche tante novità, alcune positive, altre giudicate negativamente da imprese e sindacati.

Ecco le novità più significative

  1. La destinazione di 8 miliardi di euro per la riduzione di Irpef, Cuneo fiscale e Irap. Questo tipo di intervento, però, viene giudicato insufficiente dagli industriali perché non c’è il taglio degli oneri contributi che appesantiscono il costo del lavoro;
  2. Il taglio delle bollette di luce e gas del 1° trimestre 2022, per il quale vengono destinata 2 miliardi di euro;
  3. La realizzazione delle opere necessarie per il Giubileo 2025, per la quale vengono impegnate 1,5 miliardi di euro;
  4. Il superamento di quota 100, per cui dal 2022 sarà possibile andare in pensione con 64 anni di età e 38 anni di contributi. Questa misura, però, non soddisfa i sindacati, tant’è che in queste ore stanno valutando di promuovere forti azioni di lotta per fare pressione sul Parlamento;
  5. La conferma del Superbonus al 110 per cento per i condomini fino al 2023 che però passa al 70 per cento nel 2024 e al 65 per cento nel 2025. Per i proprietari di case unifamiliari e villette è previsto un allungamento da giugno 2022 alla fine del 2022, a patto che chi effettua i lavori abbia un indicatore ISEE non superiore a 25 mila euro. Mentre per quando concerne lo sconto in fattura e la cessione del credito alle banche saranno confermate solo per il Superbonus al 110 per cento, quindi infissi, caldaie e lavori di ristrutturazioni non potranno più beneficiare sul prezzo direttamente nella fattura. Le novità che riguardano questa specifica norma vengono giudicate negativamente da artigiani e costruttori perché penalizzano le famiglie che dispongono di poca liquidità e perché così si rendono meno attrattivi ecobonus, sismabonus e bonus ristrutturazioni;
  6. La modifica del Reddito di cittadinanza (i cui beneficiari sono 3,5 milioni, di cui però solo 1,3 milioni occupabili, mentre gli occupati sono 192 mila), prevedendo la sua decadenza se si rifiutano 2 offerte di lavoro (la prima entro un raggio di 80 chilometri e l’altra in tutto il territorio nazionale), nonché la verifica annuale dei requisiti da parte dell’Inps e la decurtazione dopo 6 mesi senza un impiego di 6 euro al mese;
  7. L’incremento di 1,85 miliardi di euro del Fondo per l’acquisto dei vaccini.

Altre misure

Altre misure contenute nella legge di bilancio sono: la destinazione di nuovi fondi per il contratto degli statali; la proroga fino al 31 dicembre 2022 dell’agevolazione per l’acquisto della prima casa per i giovani fino a 36 anni, nonché la detrazione del 20 per cento e fino a 2.400 euro sull’affitto per i giovani aventi un’età tra i 20-31 anni che escono di casa e hanno un loro reddito non superiore a 15.493,71; l’esonero del 50 per cento dei contributi previdenziali per le lavoratrici madri e, infine, rende strutturale la misura denominata 18 app, vale a dire il contributo di 500 euro per spese di cultura destinato ai ragazzi che compiono 18 anni, stabilendo però un tetto di reddito non superiore a 25 mila euro.

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E per il sud?

Per quando riguarda il Sud nella manovra c’è un impegno preciso sulla riduzione dei divari territoriali, con il rafforzamento del Fondo per la coesione per 3 miliardi annui dal 2022 al 2028 e 2,5 miliardi per il 2029, di cui l’80 per cento da destinare al Mezzogiorno. Per quando concerne, invece, i Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni riguardanti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, non c’è nulla di concreto. Neppure per gli asili nido, nonostante il Documento Economico Finanziario aveva lasciato ben sperare, affermando “che l’obiettivo era quello di assicurare che almeno il 33 per cento della popolazione di bambini residenti di età compresa nella fascia d’età compresa tra i 3 e i 36 mesi possa usufruire nel 2026 del servizio su base locale“ . Un impegno che secondo le stime equivale alla creazione di 191 mila posti per bambini con meno di 3 anni, di cui 31 mila in Sicilia che è una delle Regioni maggiormente deficitaria. Ma nella manovra non c’è né il 33 per cento né altra percentuale con la conseguenza che senza i Lep viene meno sia il finanziamento sia l’obbligo dei comuni di attivarli. E ancora sempre per quando riguarda il Sud non sono previste misure che rafforzino i provvedimenti nazionali diretti a questa area del Paese e resta appeso a un filo lo sgravio del 30 per cento fino al 2029 ( la misura per la quale si era battuto come un leone l’ex ministro Peppe Provenzano ) che va a scadere il 31 dicembre 2021 con possibile proroga da discutere con L’Unione europea fino a giugno 2022.

Conclusioni

Questo dunque è quanto. E con questo quanto non saprei dire se il bicchiere è mezzo pieno o mezzo vuoto, quello che posso dire è che i giochi non sono chiusi, anzi la partita è assolutamente aperta. Molto però dipenderà dalla capacità dei nostri parlamentari di far valere le ragioni di una terra che necessità di tante cose, di difesa e salvaguardia del suolo, di sviluppo produttivo, di lavoro e di servizi civili e sociali efficienti ed efficaci.

Salvatore Bonura

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