“La situazione del Pronto Soccorso dell’Umberto Primo, con un’utenza potenziale di 200.000 abitanti, è drammatica e ormai fuori controllo. Per gli utenti che vi accedono, nonostante il lavoro straordinario di infermieri e medici, i tempi di attesa sono lunghissimi e l’affollamento dei locali non permette nemmeno il minimo distanziamento sociale previsto per le norme anti-Covid, in sei stanze disponibili i malati in attesa arrivano a essere decine e, in alcune giornate, il numero è salito fino a 50. Una situazione pericolosissima di promiscuità tra pazienti in attesa (anche per svariate ore) del risultato del tampone (per alcuni risultato poi positivo) e pazienti con tamponi negativi”.
“Del resto, le carenze di organico sono al limite della paralisi. Mancano più del 50% di medici, e molti sono ai loro primi incarichi. In più, con i tagli alla sanità pubblica avvenuti in questi anni e la scelta di far diventare l’Umberto Primo un Ospedale covid (senza un aumento della capienza totale), i posti letto disponibili per gli utenti “non covid” sono passati da 350 a 50, e le attese, per l’impossibilità di effettuare i ricoveri, si allungano nei locali del Pronto Soccorso. In tutti i reparti ci sono state riduzioni di posti letti, taluni sono stati accorpati, ad esempio chirurgia e ortopedia, e altri sono stati completamente chiusi, come avvenuto con Medicina”.
“Le Istituzioni avevano promesso interventi di miglioramento delle strutture e l’assunzione di nuovo personale che, se pure c’è stato e in modo precario, non ha nemmeno compensato quello andato in pensione. Da eroi, medici e infermieri, li stiamo trasformando in martiri”.
“Le responsabilità di questa situazione sono chiare. A partire dal Sindaco Italia il quale, dopo le uscite pubbliche sul focolaio covid dell’ospedale, non sta monitorando la situazione, al Direttore Generale Ficarra, lo stesso coinvolto nella famigerata circolare contro l’uso delle mascherine in pieno Covid che, sempre al suo posto, non è in grado di accorgersi e di porre rimedio a una situazione al collasso, fino al Presidente Musumeci, incapace di riorganizzare una sanità regionale in grado di assorbire l’impatto del covid19”.
“Occorreva, dopo la prima ondata, assumere nuovo personale e riaprire i tanti ospedali chiusi o ridimensionati, aumentando innanzitutto i posti letto sia per i pazienti covid sia per gli altri, invece negli stessi locali e con lo stesso personale si è preferito sacrificare i diritti dei cittadini”.
“Perciò ci rivolgiamo ai cittadini di Siracusa chiedendo loro di incalzare le Istituzioni e di solidarizzare con i lavoratori del Pronto Soccorso (infermieri, medici, operatori) affinché si ristabiliscano le condizioni minime di funzionalità e sicurezza per gli utenti e per chi opera quotidianamente nelle strutture sanitarie”.
Alessandra Cappello e Francesco Pasqua, Segretari provinciali Siracusa
Mimmo Cosentino, segretario regionale Sicilia
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea