È di queste ore una notizia che mai avremmo voluto leggere: “Genitori vendono la figlia minorenne al padrino in cambio di cibo e soldi”. Oltre l’orrore che questa tragedia suscita, diventa imprescindibile e necessario chiedersi: cosa è mancato? Cosa non ha funzionato? Di chi è la responsabilità?
Un fatto drammatico, conseguenza dell’allarmante condizione di estremo disagio sociale in cui versano ampie zone del nostro territorio. Un degrado, sociale, urbano ed economico, ancor più aggravato dagli anni di pandemia, che produce dispersione scolastica (solo nel comune di Catania il fenomeno ha raggiunto livelli del 21%), disoccupazione, dilagare della criminalità e conseguente vulnerabilità delle famiglie e delle giovani generazioni. È un allarme che non può più essere sottaciuto. Da qui la necessità che le istituzioni e le autorità locali agiscano sinergicamente, individuando anche le risorse necessarie, adottando strategie di intervento nelle politiche sociali sia immediato che a lungo termine per il rafforzamento delle scuole, dei controlli sulla dispersione scolastica, dei servizi educativi per l’infanzia, dei centri di aggregazione.
Non ultima la necessità che la nostra provincia diventi più competitiva sul piano economico e produttivo al fine di creare occupazione e lavoro, per superare le diseguaglianze sociali, economiche, generazionali, di genere e territoriale a causa delle quali i soggetti più deboli sono vittime e pagano il prezzo più alto. Il prezzo di violenze inammissibili che annullano dignità e futuro.
Giovanna Monaco vice segretaria Unione Provinciale Catania Partito Democratico