Catania, 7 maggio 2022 – Piani urbani integrati provinciali e mali storici della città: un quadro in chiaroscuro, da un lato la necessità del confronto con la Città metropolitana sul PNRR mai partito, dall’altro la mancanza del principale interlocutore istituzionale del Comune assillato dai problemi dei rifiuti, della sicurezza e della zona industriale.
Sono una parte dei temi toccati nella cruda analisi della Cisl di Catania, in occasione dell’esecutivo riunitosi ieri con tutti i segretari delle federazioni di categoria e i responsabili dei servizi, per una nuova riorganizzazione sul modello della continuità associativa e della rappresentanza, con maggiori approfondimenti sulla situazione politico-sindacale catanese, specificatamente nei rapporti con i suoi enti locali maggiori: Comune di Catania e Città metropolitana. In collegamento video anche Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl siciliana.
«Abbiamo appena letto dal sito del ministero – dice Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl etnea, che ha coordinato i lavori con i segretari territoriali Rosario Portale e Lucrezia Quadronchi, Giuseppe Lanzafame come responsabile del dipartimento della Transizione – i dettagli di svariati interventi inseriti nei Piani Urbani Integrati previsti nell’ambito del Pnrr e recentemente finanziati e non possiamo nascondere le nostre perplessità.
«Nei progetti presentati per il territorio metropolitano – specifica Attanasio – sotto la generica definizione di “rigenerazione e rivitalizzazione economica” ci sono interventi che appaiono come ordinarie manutenzioni, demolizioni, rifacimenti, pavimentazioni. Attività, cioè, finanziabili con ben altre fonti disponibili».
La preoccupazione della Cisl nasce perché viene paventato il rischio che si vanifichi la “mission” principale del PNRR che, oltre a prevedere il riuso ecosostenibile delle strutture pubbliche, nel quadro più ampio della Transizione verde, vuole che i progetti finanziati debbano mirare a un ritorno economico virtuoso e a generare ulteriore occupazione e sviluppo nei territori dove vengono investite le risorse.
«Ciò che lamentiamo – sottolinea il segretario della Cisl catanese- è che, purtroppo, con l’ente sovracomunale non c’è stata alcuna interlocuzione in vista della preparazione dei progetti di cui si parla. Ecco perché rinnoviamo la nostra richiesta alla Città metropolitana, anche sui temi che riguardano lavoro e servizi alle famiglie».
«Il Comune di Catania invece – ricorda Attanasio – ha sentito il bisogno almeno di un incontro per illustrare i propri progetti sia all’interno che al di fuori del Pnrr. Di questi, alcuni stanno partendo concretamente. Il capoluogo paga però le contingenze politico-giudiziarie-elettorali che lo stanno privando di un sindaco effettivo e di una giunta al suo completo. Un’interlocuzione che manca forzatamente non solo in linea verticale nel dialogo con i corpi intermedi, ma anche, orizzontalmente, nel rapporto con le altre istituzioni».
Per il numero uno della Cisl etnea «a soffrirne sono le soluzioni per curare i mali storici della città: rifiuti, sicurezza, zona industriale, traffico veicolare. Per i quali, molto spesso, l’assenza di una figura istituzionale si ripercuote non solo in termini di autorevolezza, ma anche sulla certezza di contare su una rappresentanza politico-amministrativa in grado di assumere la responsabilità di decisioni importanti».
«Emblematici – rimarca Attanasio – sono i casi dei recenti episodi che continuano a minare la sicurezza della comunità: l’aggressione al giovane in monopattino, la pattuglia della polizia municipale inseguita e insultata dai balordi in scooter, l’ennesima aggressione al medico del Ps Cannizzaro. A tutti loro diamo la nostra solidarietà. E siamo vicini anche agli studenti del Bottino Lera, costretti a protestare perché ancora non è stato riparato il crollo del tetto del 21 novembre 2021».
«La nostra preoccupazione però – aggiunge – si estende alle conseguenze degli accorpamenti delle partecipate comunali Sidra e Gas non del tutto definite e che avrebbero meritato un confronto più approfondito per evitare di ricadere nel caso Sostare-Amt».
«Analogamente – continua – ci preoccupa la riqualificazione dell’area industriale ancora ferma al palo. Eppure c’è il prestigioso progetto della Gigafactory già attivo, con un potenziale indotto di altri 1000 posti di lavoro e l’ulteriore sviluppo che può determinare. E si dovrebbero rendere disponibili e meglio serviti siti per ulteriori insediamenti o variazioni di sede, come per la Leonardo.
Infine, manca ancora un serio Piano parcheggi per Catania dove dominano invece le strisce blu, e servono aree di sosta che non penalizzino attività produttive, lavoratori e cittadini. Per i rifiuti, invece, è necessario individuare le aree per stoccare la raccolta differenziata e decidere dove ospitare l’eventuale impianto di termovalorizzazione».
«Insomma – conclude Attanasio – Catania con la sua area metropolitana hanno bisogno di certezze e confronto, da cui ricavare idee e soluzioni per un futuro migliore per i lavoratori, i cittadini, le famiglie. Noi siamo pronti e non ci tireremo indietro, ma le istituzioni si facciano sentire».