Lavoro povero, anche se contrattualizzato, lavoro precario, rispetto dei contratti nazionali, vessazioni, richieste di ascolto e di sicurezza sui luoghi di lavoro, diritto alla salute e a una vecchiaia serena. Ma anche nuove opportunità di crescita, perché Catania non è solo città di mala occupazione.
Sono questi i temi affrontati stamattina nel corso dell’ assemblea dedicata alla necessità di poter contare sulla pace e sui diritti, dal titolo “Il lavoro collettivo per costruire il futuro”, che di fatto ha avviato il sindacato verso il congresso autunnale che interesserà anche la Camera del lavoro di Catania. L’assemblea si è tenuta al Palazzo della Cultura e ha fissato gli obiettivi prioritari per “cambiare il presente”, disegnando di fatto l’identikit attuale dell’economia occupazionale del territorio etneo.
In vista della grande assemblea nazionale del 18 giugno anche la Cgil di Catania si è dunque confrontata con delegate, delegati e RSU.
I lavori sono stati aperti da Carmelo De Caudo, segretario generale della Cgil di Catania, con gli interventi di Ignazio Giudice, segretario di Cgil Sicilia, e di Luigi Giove, segretario di Cgil nazionale. Presente al tavolo dei lavori anche i segretari confederali Concetta La Rosa, Rosaria Leonardi, Giuseppe D’Aquila e Pippo Glorioso.
“Il documento nazionale è segnato da un breve ma intenso- e molto impegnativo- manifesto di intenti: “PACE, LAVORO, DEMOCRAZIA E GIUSTIZIA SOCIALE SONO LE NOSTRE PAROLE E CAMMINANO INSIEME”. Oggi ci chiediamo: come queste parole possono camminare insieme nel nostro territorio? – ha esordito De Caudo- Nel nostro territorio le direttive principali devono seguire soluzioni per un welfare efficace e praticabile, strategie concrete di lotta al precariato, una giustizia sociale che salvaguardi l’ambiente”.
La relazione di De Caudo ha puntato sulla necessità che i fondi del PNRR vengano usati anche per i servizi di medicina, ma ricordando che non possono essere usati per spese di rafforzamento degli organici pubblici, eccetto la progettazione a tempo determinato. A medici, infermieri, insegnanti devono dunque pensare le istituzioni locali.
Anche per questo la Cgil di Catania ha suggerito all’ASP di individuare un percorso preferenziale per riportare al lavoro proprio quegli operatori sanitari che sono scesi in prima linea durante la prima fase più dura e pericolosa della pandemia.
Sul fronte dei servizi sociali, grazie alle pressioni della Cgil nei tavoli di concertazione, oggi si può contare su due regolamenti sottoscritti con il Comune di Catania; sono i primi nel loro genere in Sicilia. Il riferimento è all’ Asacom, l’Assistenza per l’autonomia e la comunicazione nella nostra provincia, di cui il sindacato ha seguito l’armonizzazione contrattuale, e al regolamento delle case di riposo, con un accordo sottoscritto insieme all’assessore comunale ai Servizi sociali.
De Caudo ha anche ricordato, a proposito di scuola pubblica, che il tasso di dispersione scolastica era all’11,2% già prima della pandemia, e che l’istruzione rimane l’asse portante attorno al quale rafforzare la democrazia.
A proposito di temi nazionali, il segretario generale ha sottolineato che il bonus di 200 euro una tantum previsto dal Governo è sì una prima risposta alle richieste sindacali, “ma bisogna fare di più, aumentando il netto della busta paga e delle pensioni. Tra le proposte della Cgil nazionale che vanno in questa direzione ci sono: il rafforzamento del bonus energia da assicurare ad una platea allargata; l’aumento della decontribuzione sui salari e per i pensionati, il valore e la platea dei beneficiari della cosiddetta quattordicesima; l’Indicizzazione delle detrazioni per lavoro dipendente e pensionati; la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici. Le risorse necessarie possono essere recuperate prevedendo un eventuale scostamento di bilancio per rispondere all’emergenza”.
Per il sindacato è dunque necessaria una vera riforma fiscale progressiva e redistributiva. E ancora, l’impegno quotidiano della Cgil di Catania si concentra sulla lotta alla dilagante precarietà, al part time involontario, al finto lavoro autonomo -come quello dei rider che va riformato a monte- al lavoro povero e sommerso, per puntare su un lavoro con pieni diritti e qualità, che comprende anche la lotta al caporalato nelle campagne. Sul fronte dell’ emergenza rifiuti in corso in città, la Cgil ritiene che Catania paghi a caro prezzo i “ritardi del passato e l’inconsistente politica energetica che da più di 20 anni frena una discussione vera sul riutilizzo e il riciclo dei rifiuti”.
Da anni, infine, la Cgil di Catania lavora sul fronte appalti e legalità. “La gestione ottocentesca degli appalti, con intrecci tra politica e imprenditoria deviata, deve ancora essere debellata anche se si sono fatti parecchi passi avanti”, ha aggiunto il segretario.
La relazione di De Caudo ha però puntato anche sulle opportunità in corso a Catania: la ST Microelectronics, ad esempio, svolge un ruolo di altissimo rilievo e annuncia investimenti. Dentro il contesto di transizione energetica globale, si connota poi l’investimento di Enel Green Power 3Sun che punta a ridisegnare il layout aziendale per poter quintuplicare la produzione di pannelli fotovoltaici bifacciali di altissima qualità e capacità energetica.
Entrambi gli investimenti sono tutti o in parte finanziati dal PNRR, hanno superato da tempo le fasi progettuali e adesso devono concretizzarsi. Sul tema, una parte della Rsu St della Fiom Cgil è intervenuta auspicando che il sindacato “osi di più” poiché “i risultati di modelli contrattuali sbagliati condizionano duramente la visione che la base ha del sindacato”.
Tra gli interventi della giornata, anche quelli della presidente Anpi, Pina Palella, di Luigi Nicolosi della Rete Studenti medi. Ai lavori hanno partecipato anche il segretario generale della Filctem Cgil Sicilia, Giacomo Rota, la segretaria regionale dello Spi Cgil, Concetta Raia, la segretaria provinciale del Sunia provinciale, Agata Palazzolo, l’Auser, l’Udu e la Federconsumatori.
Catania è in posizione centrale fra le diverse aree industriali che a breve cambieranno i loro processi produttivi (Siracusa, Gela, Milazzo). In questo quadro i porti di Augusta e Catania, oltre a quello di Termini Imerese in Sicilia, acquisiscono nuova strategicità al pari di quelli di Napoli, Bari, Taranto e Gioia Tauro. “Tutto questo – ha concluso De Caudo- ha bisogno di una visione ampia, in cui la necessità rimane ancora una volta quella di saper fare sistema”.
Moltissimi gli interventi dei lavoratori su temi “caldi” come i contratti della scuola e classi pollaio, la qualità delle pensioni, la sicurezza nell’edilizia, la scarsezza delle materie prime nelle aziende (prima a causa della pandemia e ora della guerra), gli sforzi quotidiani dei rider, i problemi energetici, dell’industria editoriale, dei lavoratori del turismo e del Comitato precari COVID.
Per il segretario di Cgil Sicilia, Ignazio Giudice, il cammino verso il congresso è appositamente caratterizzato da un dibattito “in cui si possono coinvolgere delegate e dirigenti a partire dalla pace, dai diritti sociali, dalla democrazia, dal lavoro. Senza uno solo di questi elementi verrebbe meno la voglia di futuro”.
Applauditissima la conclusione del segretario nazionale Luigi Giove, che ricordato la vicinanza della Cgil all’Ucraina, paese aggredito con la violenza più efferata, quella scatenata dalla guerra; ma il sindacato rivendica il diritto di ricordare che per sconfiggere i conflitti non bisogna fornire le armi: “Questa emergenza guerra è grave tanto quanto l’emergenza pandemica, e arriva dopo due anni di cassa integrazione, fermi produttivi, disoccupazione. Per i lavoratori non è il momento di dare; semmai è il momento di restituire ai lavoratori. La Cgil dice “no” ai patti di moderazione salariale: dobbiamo invece tutelare il potere di acquisto”.
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