Mirtha Racelis Mella, I Diritti degli Immigrati, Troina (EN)

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“Immigrare”sembra quasi un’invasione come parola, diversa da “Emigrare”, che da l’idea di un viaggio, che non sappiamo se sarà corto o lungo, ma che porta con se tanti sogni.

Oggi, qui, vorrei portarvi la testimonianza di una immigrata che nel 2005 lasciò il suo paese in cerca di migliorare/arricchire il proprio bagaglio personale e professionale.

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Studiare all’estero per me rappresentava un’opportunità di autonomia, formazione, esperienza, cultura … è così è stato.

Questo mio voler emigrare ha comportato un sacrificio ed un impegno personale e familiare per me e,  penso, per tutti quelli che emigrano per realizzare il proprio sogno qualunque esso sia.

In alcuni casi addirittura, voler emigrare rappresenta anche una questione di sopravvivenza, e sempre un sogno è, quello di vivere in libertà.

Ho imparato molto vivendo qui in Italia e di questo sono molto grata; di conseguenza il mio attivismo socio culturale attraverso l’associazionismo mi porta a voler dare altrettanto di più all’Italia e ai cittadini dominicani che vivono in Italia.

Proprio per questa consapevolezza di sapere e valorizzare da dove vengo e dove mi trovo attualmente, in quanto immigrata, capisco le necessità, i desideri, gli sforzi di ogni immigrato che, come me, cerca di integrarsi  in una nuova realtà, senza dimenticare e senza voler rinunciare al bagaglio originario che si porta dietro.

Perché questo bagaglio di origine, una volta integrato al bagaglio acquisito nel paese che ci accoglie diventa la nostra vera ricchezza come essere umani.

E non solo per l’immigrato, ma anche per il Pese che ospita.

L’immigrato  per l’Italia una vera e propria risorsa.

Considero che questo saper valorizzare l’immigrazione come Capitale Umano di importante valore, deve essere una responsabilità del Paese recettore ma anche di quello d’origine.

Dobbiamo promuovere di più le politiche bilaterali di governo e iniziative di cooperazione tese allo sviluppo e volte a dare risposte e soluzioni ad ogni cittadino e ad ogni società.

Nel caso della Repubblica Dominicana il governo attuale sta mettendo in atto delle azioni mirate a mantenere e coltivare il vincolo con i propri cittadini all’estero anche attraverso l’invio di “remesas” che sono diventati un “pilar” dell’economia dominicana.

Grazie alla loro piena integrazione in territorio Italiano, i nostri concittadini riescono a sostenere oltre che le loro famiglie qui in Italia, anche quelle che si trovano nella Repubblica Dominicana e che hanno bisogno di sostegno.

L’aiuto che è arrivato nella Repubblica Dominicana dai dominicani all’estero è stato, ad esempio, fondamentale durante il lungo periodo pandemico del Covid.

Il rapporto tra la Repubblica Dominicana e l’Italia non solo è stato importante anche in momenti tragici come quelli della pandemia, ma è talmente solido da costituire una fitta rete di scambi che si registrano anche a parti invertite.

Nella Repubblica Dominicana ci sono oltre 30.000 italiani che vivono attualmente l’isola, più o meno tanto quanto i dominicani che vivono in Italia.

Storicamente gli italiani hanno contribuito alla costruzione e sviluppo del nostro paese.

Vorrei ad esempio ricordare che sono stati immigrati italiani, Giovanni Battista Cambiaso, il fondatore e il primo ammiraglio della marina militare dominicana, Alessandro Geraldini, primo vescovo primate d’America e di Santo Domingo.

La costruzione del palazzo presidenziale si deve all’ingegnere Italiano Guido D’Alessandro Lombardi, e diverse famiglie imprenditrici italiane hanno contribuito allo sviluppo del commercio e dell’economia del Paese caraibico diventando grandi.

L’inclusione degli italiani nella Repubblica Dominicana è stata, ed è, talmente diffusa che Francisco Gregorio Billini, discendente da una famiglia ravennate, è stato Presidente della Repubblica Dominicana alla fine dell’800 e si dimise per non volere assecondare la repressione della libertà di stampa.

Questi esempi sono la rappresentazione plastica di come l’inclusione di ogni cittadino immigrato sia una risorsa per l’immigrato e per il Paese che ospita.

Dobbiamo considerarci sempre di più cittadini del mondo, come si considerano tanti italiani che vivono all’estero.

Dobbiamo considerarci sempre di più cittadini del mondo, mantenendo la cittadinanza e cultura di origine, rispettando e accogliendo gli altri e le altre culture; guardare gli altri come una risorsa e non come un problema, sempre nell’ottica della diversità come ricchezza culturale.

È quello che facciamo come Associazione ProMueve RD, ogni giorno, ed è quello che abbiamo fato insieme alla CGIL Sicilia con la quale abbiamo firmato un protocollo di collaborazione per la fornitura di servizi ai cittadini dominicani.

In concomitanza a questo incontro, nei locali della CGIL di Catania, l’associazione Promueve RD con il supporto delle missioni diplomatiche dominicane, ha attivato per tre giorni uno sportello multifunzionale per i dominicani residenti in Sicilia, offrendo loro la possibilità di accedere ai servizi dell’anagrafe e dello stato civile e consolari, garantendo loro di fatto diritto alla cittadinanza.

Stiamo continuando a lavorare affinché dall’integrazione si possa passare alla fase della vera e propria inclusione, dando anche la possibilità ai dominicani che vivono in Italia di esercitare il diritto al voto e partecipare attivamente alla vita pubblica.

Ogni cittadino deve potere avere speranza negli altri,  ma essere egli stesso speranza per gli altri.

*  Mirtha Racelis Mella, Presidentessa di ProMueve RD

Intervento in occasione delle  attività “Human Rights” organizzate dal Centro Studi Med. Mez. per le Ricerche e la Documentazione sul Mediterraneo e il Mezzogiorno “Napoleone Colajanni” e dalla Città di Troina, nella giornata di studio “I Diritti degli Immigrati”del 24 giugno 2022, svoltasi a Troina (En) organizzata in collaborazione con La Comunità di Sant’Egidio, la Comunità Islamica Siciliana, la Cgil Sicilia,e ProMueve RD Repubblica Dominicana.

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