Imprese socio-sanitarie, il Presidente di Confcooperative Sanità Sicilia: “Nuove tariffe subito, costi troppo alti per le cooperative”.
“Non è più procrastinabile l’aggiornamento delle tariffe destinate ai Centri di Riabilitazione, che sia più rispettoso dei costi incomprimibili necessari per l’erogazione del servizio riabilitativo”. Adolfo Landi, presidente di Confcooperative Sanità Sicilia interviene con in maniera determinata su un tema che rappresenta per il settore un problema serio e fonte di grandi preoccupazioni per le cooperative. Landi ricorda che “i Centri di Riabilitazione sono enti del terzo settore che, ai sensi della legge 833/78, erogano “prestazioni di riabilitazione” qualificate come “prestazioni sanitarie dirette al recupero funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali, dipendenti da qualunque causa”.
Da oltre 60 anni i centri di riabilitazioni concorrono, con il Servizio Sanitario Regionale ad abilitare e riabilitare persone con disabilità afferenti al “caso complesso”, tramite trattamenti riabilitativi omnicomprensivi, in diverse tipologie assistenziali (residenziale, diurna, ambulatoriale, extramurale e domiciliare) e per il tramite di un Team di operatori sanitari interprofessionale ed interdisciplinare. Al Governo Regionale, Confcooperative Sanità Sicilia fa presente come dalle tariffe discendano, oltre ai livelli qualitativi dei servizi e delle prestazioni, anche la sostenibilità di base e spesso la stessa sussistenza dei centri di riabilitazione.
Le tariffe sono ferme al 2015, eppure i centri di riabilitazione non hanno mai concorso a sforamenti di risorse pubbliche, visto che le prestazioni possono erogarsi solo giusta impegnativa emessa dall’azienda sanitaria provinciale, senza alcuna possibilità di ricorrere all’extrabudget. Con il Piano di rientro dal deficit sanitario, la tariffa è stata ridotta del 5 per cento. Nessun adeguamento nemmeno agli indici Istat.
Il Presidente Landi entra maggiormente nello specifico in un passaggio successivo. “Se per un verso il valore tariffario è sostanzialmente immutato da circa un ventennio- ribadisce– per altro verso, non solo i centri di riabilitazione si sono onerati di ossequiare i rinnovi contrattuali succedutisi nel tempo ma, per altro verso, hanno visto aumentare esponenzialmente gli oneri, adempimenti e costi connessi all’erogazione delle prestazioni. La legge regionale 68 del 18 Aprile 1981 è inequivocabile e prevede specificatamente per i Centri di Riabilitazione che le convenzioni debbano prevedere il rimborso dei costi globali sostenuti per le prestazioni date e per il mantenimento dei servizi relativi agli standard fissati”. L’assessore regionale alla Sanità è del resto autorizzato ad apportare, in relazione all’aumentato costo della vita, i necessari adeguamenti alla misura delle rette”. Fondamentale, per Landi, che si intervenga subito, onde evitare che molte strutture siano costrette a decisioni drastiche.