Crisi climatica con conseguenze devastanti sull’agricoltura. Il grido d’allarme dei vertici della Confederazione Italiana Agricoltori (Cia): “negli ultimi anni, gli eventi estremi sono raddoppiati, tra siccità, bombe d’acqua e gelate tardive, con una crescita di cinque volte delle perdite di raccolto di frutta e verdura”. La proposta: “via libera al miglioramento genetico, iniziando subito la sperimentazione in campo delle TEA (Tecnologie di evoluzione assistita), per sviluppare piante più resistenti allo stress idrico, climatico, e alle malattie, in modo da tutelare sia la produttività che la sostenibilità del settore primario”.
La crisi climatica con eventi meteorologici estremi, aumento della temperatura globale e grandi mutamenti naturali che penalizzano le produzioni agricole, la difesa del reddito delle imprese agricole che utilizzano metodi green e di salvaguardia dell’ambiente, il nuovo disegno di legge sul riordino dei consorzi di bonifica e il corretto sfruttamento delle risorse irrigue ed idriche: sono questi alcuni temi affrontati nel corso del seminario organizzato dalla Cia Sicilia che si è svolto oggi, presso il dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania che ha avuto come oggetto “l’agricoltura isolana dalle difficoltà climatiche e idriche alle garanzie di reddito”.
“Il cambiamento climatico è una delle sfide più complesse e allarmanti che stiamo affrontando. L’aumento delle temperature, sommato agli squilibri metereologici, ha effetti devastanti sull’agricoltura – ha detto il presidente nazionale di Cia, Cristiano Fini – cambiando la geografia delle colture, ma soprattutto riducendo le produzioni, con conseguenze dirette sia sui redditi degli agricoltori che sulla sicurezza alimentare. Negli ultimi anni, gli eventi estremi sono praticamente raddoppiati, tra siccità, bombe d’acqua e gelate tardive, con una crescita di cinque volte delle perdite di raccolto di frutta e verdura”. Ecco perché, ha chiosato Fini, “è sempre più urgente una gestione integrata del rischio che metta al centro la prevenzione, grazie a più risorse e ricerca su soluzioni di difesa attiva. E poi è importante che la politica spinga davvero sulle tecniche di miglioramento genetico, iniziando subito la sperimentazione in campo delle TEA (Tecnologie di evoluzione assistita), per sviluppare piante più resistenti allo stress idrico, climatico, e alle malattie, in modo da tutelare sia la produttività che la sostenibilità del settore primario”.