“La stabilità dei saldi programmatici di bilancio presentata nel Def 2023 appare appropriata. Tuttavia, vanno risolte le incertezze riguardanti l’individuazione di adeguate coperture finanziarie degli interventi che si prospettano: il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, le misure sulle pensioni, la riduzione della pressione fiscale e i nuovi provvedimenti che il governo deciderà di adottare nella manovra”.
È quanto ha affermato l’Upb nel Rapporto sulla politica di bilancio. “Nell’insieme – si legge – sembrerebbero necessarie cospicue risorse che appare difficile poter reperire senza incidere sui servizi e sulle politiche sociali”.
“Per quanto riguarda la possibilità di una riduzione della pressione fiscale – prosegue l’Upb – il Def fa riferimento, tra le possibili coperture, a una maggiore collaborazione tra fisco e contribuenti. Interventi volti ad aumentare il rispetto degli adempimenti fiscali sono importanti ai fini della lotta all’evasione fiscale, ma i loro effetti finanziari sono di incerta quantificazione ex ante.
Per un principio di prudenza, sarebbe quindi auspicabile non utilizzarli ai fini della copertura di interventi di tipo strutturale”. “Concentrare più decisamente i nuovi interventi di contenimento dell’inflazione sulle famiglie maggiormente bisognose, al fine di accentuarne il carattere distributivo” è dunque l’auspicio dell’Ufficio parlamentare di bilancio.
L’Upb rileva infatti come nel 2022, grazie alle misure messe in campo, l’impatto dell’inflazione, in gran parte energetica, sulle famiglie è stato “tendenzialmente progressivo” a vantaggio delle famiglie meno benestanti, mentre nel 2023 l’aumento dei prezzi dei beni non energetici e la ricomposizione del mix di politiche compensative hanno prodotto “effetti complessivi debolmente regressivi”, con un impatto maggiore dunque dell’inflazione sulle famiglie meno ricche.
L’Autorità dei conti pubblici invita infine il governo anche a disegnare le prossime misure “in modo tale da fornire i necessari incentivi per raggiungere, anche mediante il segnale dei prezzi di mercato, obiettivi più ambiziosi di risparmio energetico e che siano corredati da adeguate coperture finanziarie per non mettere a rischio lo stato dei conti pubblici”.